Dopo 18 anni il magazzino non è più abusivo

Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar e i provvedimenti del Comune che negavano la sanatoria e ordinavano la demolizione

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di Paolo Morelli

"Dopo 18 anni di tribolazioni, finalmente potrò affermare che il mio magazzino costruito su terreno agricolo non è abusivo". Chi parla, con un sorriso amaro stampato in viso, è Uberto Martelli. Allora aveva 59 anni, lavorava da Amadori e aiutava la madre Anna Maria Dellamore nella conduzione di un fondo agricolo che si trova nella zona di Formignano.

La notizia di questi giorni è che il Consiglio di Stato di Roma ha completamente ribaltato la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia-Romagna che nel 2013 aveva respinto il ricorso di Martelli e di sua madre contro il diniego del Comune di Cesena a regolarizzare la costruzione seminterrata realizzata sotto a un piccolo capannone prefabbricato (praticamente un container) regolare secondo le norme edilizie. Il Consiglio di Stato ha condannato il Comune di Cesena al pagamento delle spese legali: seimila euro, oltre alle spese generali e gli oneri di legge.

La vicenda fu raccontata dal Carlino il 29 aprile 2004, quando il comando della Forestale di Mercato Saraceno diffuse la notizia di alcune operazioni effettuate in materia di abusi edilizi. Il magazzino (uno stanzone di 12 metri per 4,5) fu sequestrato perché ritenuto abusivo, e successivamente il Comune di Cesena ne ordinò la demolizione rifiutando di regolarizzarlo con una pratica di sanatoria. Uberto Martelli e sua madre, assistiti dall’avvocato Stefano Spinelli di Cesena, presentarono tre ricorsi al Tar chiedendo la sospensione dell’ordinanza di demolizione, ma tutti e tre furono respinti. I proprietari dell’immobile, ritenendo di essere dalla parte della ragione, non si diedero per vinti e ricorsero in appello al Consiglio di Stato ottenendo due ordinanze di sospensiva e, pochi giorni fa, la sentenza che annulla i provvedimenti del Comune di Cesena con i quali veniva negata la sanatoria e ne veniva ordinata la demolizione, peraltro mai attuata poiché avrebbe comportato il crollo dell’immobile soprastante che invece è regolare.

La patata, che nonostante i 18 anni trascorsi è ancora bollente, torna quindi nella mani dell’Amministrazione Comunale di Cesena che, per evitare di scottarsi, non potrà fare altro che concedere a Uberto Martelli e a sua madre Anna Maria Dellamore la regolarizzazione dell’immobile con un provvedimento di sanatoria.

L’amarezza sul viso di Martelli deriva dal fatto che per arrivare a questo risultato sia stato necessaria una battaglia legale lunga 18 anni, che ha comportato spese per avvocati e consulenti tecnici ben oltre i seimila euro riconosciuti dal Consiglio di Stato. Il tutto per un piccolo immobile quasi invisibile che non crea alcun danno all’ambiente. Un’amarezza che dovrebbe far riflettere sulla necessità di riformare l’amministrazione della giustizia e sui referendum per i quali siamo chiamati a pronunciarci domenica prossima.