Due maestre speciali insegnano ’gentilezza’

Alla elementare di Villamarina Moira Cascilli e Patrizia Gregori iniziano le lezioni facendo scrivere agli alunni una poesia fatta di belle parole

Due maestre speciali insegnano ’gentilezza’

Due maestre speciali insegnano ’gentilezza’

di Giacomo Mascellani

C’è una scuola dove gli alunni vanno a lezione di gentilezza e scrivono una poesia al giorno. Sembra quasi l’inizio di una favola, in realtà è quello che accade nella scuola elementare di Villamarina di Cesenatico, dove le insegnanti Moira Cascilli e Patrizia Gregori hanno raccolto questo materiale per scrivere un libro originale, i cui protagonisti sono gli scolari della classe 3ªB. Ogni mattina, infatti, gli scolari iniziano la giornata scolastica scrivendo un ’haiku’ della gentilezza, come incoraggiamento positivo alla giornata.

I bambini sono rimasti subito affascinati, proprio fin dall’inizio dell’anno scolastico, dall’impianto poetico giapponese composto da soli tre versi secondo lo schema 5-7-5, che ricorda anche le poesie dell’ermetismo italiano.

Da qui è nato il progetto di un piccolo libro dal titolo ’Gli haiku della gentilezza’ pubblicato dalla casa editrice ’Il Ponte Vecchio’, come manifesto alla gentilezza, con lo scopo di solcare gli orizzonti immaginari dei bambini ed arricchire e nutrire gli animi, appunto attraverso la poesia, le parole belle, quelle in fondo di cui tutti hanno bisogno.

Le due insegnanti Gregori e Cascilli spiegano i motivi che le hanno spinte a realizzare questo lavoro: "Crediamo fortemente che si debba investire sui bambini e ripartire da loro per un’educazione differente. Serve una cultura alla gentilezza ed è importante metterla in pratica nella quotidianità. La gentilezza è un atteggiamento che implica ascolto, rispetto, comprensione e fiducia verso l’altro. Potenziare l’empatia e avviare alla gentilezza lo si può fare sempre; insegnando ai bambini a lavorare in gruppo, rispettando le idee di ciascuno, oppure attraverso dei giochi guidati in cui ci sia anche la possibilità di prendersi per mano, di poter fare una carezza al compagno, anche di abbracciarlo".

Questo ragionamento è interessante, visto che al giorno d’oggi viene spesso esaltato il desiderio di imporsi sull’altro e la spinta a primeggiare attraverso la cosiddetta ’sana aggressività’. In molti contesti sembra che chi è più arrogante o sgarbato, si faccia notare di più e quasi che si debba usare una di queste armi per diventare qualcuno, per ottenere successo, per non farsi prevaricare dagli altri. Tuttavia per fortuna c’è chi non la pensa così e vuole affrontare la sfida sul piano intellettuale: "La prepotenza e l’aggressività non sono le strade giuste da percorrere - proseguono le due insegnanti - chi è veramente forte non ha bisogno di essere presuntuoso, sa utilizzare l’intelligenza e il dialogo e non la coercizione o l’imposizione. Chi è forte dentro si può permettere di essere dolce e gentile nei comportamenti. Sensibilizzare alla gentilezza è un invito ad avere un comportamento affettuoso nei confronti delle persone e di tutti gli esseri viventi, e va praticata attraverso la bontà. A nostro avviso è questa la responsabilità degli adulti".

Secondo Moira Cascilli e Patrizia Gregori, è indubbiamente questo il tasto su cui spingere: "La gentilezza è attivata dall’empatia cognitiva, il che significa non solo capire le emozioni degli altri, ma anche vedere la realtà come la vedono gli altri, saper ascoltare e prestare attenzione ai dettagli. La gentilezza entra a pieno titolo nella nostra ’cassetta degli attrezzi professionali’. Prima cominciamo a coltivarla e curarla, più si svilupperà forte e così facendo i nostri bambini saranno felici".