E al palatenda di San Romano si suonano atmosfere felliniane

La ‘Banda Storta’ domani sera alle 21.15 sul palco della rassegna ‘Borgo Sonoro’

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Si sogna con le più belle musiche dei film di Fellini, nel primo concerto dell’edizione 2020 di Borgo Sonoro "L’Essenza", Festival musicale itinerante sotto le stelle, nelle terre del Rubicone. Domani alle 21.15, nel campo sportivo Pala tenda di San Romano di Mercato Saraceno, l’ensemble altoatesina di Banda Storta, attraverso una raffinata scelta musicale e gag incalzanti che fanno del concerto un vero e proprio show, presenta "Sognando Fellini", trasportando gli spettatori nelle atmosfere surreali create dal regista riminese, tra visioni oniriche, personaggi caricaturali e rievocazione nostalgica della vita di provincia. La band è composta da Fiorenzo Zeni saxofono soprano, Emiliano Tamanini tromba, Fabrizio Carlin trombone, Filippo Tonini batteria e percussioni e Giorgio Beberi saxofono baritono che spiega: "lo spettacolo si fonda sulle musiche dei film felliniani composte da Nino Rota, di cui ricorre il centenario della nascita, quindi rendiamo omaggio ai due grandi artisti immergendoci anche fisicamente nelle atmosfere del circo, inteso come metafora della vita, così ricorrente nelle tematiche del regista riminese. Saremo infatti, vestiti da inservienti del circo, ovvero quegli artisti che, divenuti vecchi per acrobazie e clownerie, vengono destinati a fare ‘cose umili’ come i suonatori. Eseguiremo musiche originali, ma anche nostre composizioni quali I cinque musicisti scritta da Fiorenzo Zeni (ospite speciale della serata) ispirato alle melodie del film "I vitelloni" del 1953; La strada nuova, scritta dal trombettista Emiliano Tamanini, che partendo dal famoso solo della tromba nella Strada di Rota dell’omonimo film del 1954, si sviluppa in una "nuova strada" dalle atmosfere jazz-waltz e una terza composizione scritta da Demetrio Bonvecchio, intitolata Felliniana, ispirata alle atmosfere infantili vissute da Federico scorrazzando nella campagne della casa dei nonni a Gambettola e infine, in chiave balcanica, Romagna Mia".

Raffaella Candoli