E45, il governo nega l'emergenza nazionale. "Solo problemi ordinari"

Il governo rigetta la richiesta di stato di emergenza. Bonaccini: "Offensivo"

Lavori sull'E45

Lavori sull'E45

Cesena, 6 aprile 2019 - Un territorio abbandonato a se stesso. È sicuramente questa l’immagine che più si addice alla vallata del Savio dopo due mesi e mezzo di danni dovuti alla chiusura del viadotto Puleto dell’E45  sotto sequestro dalla Procura di Arezzo per rischio cedimento, e dopo che ieri la Presidenza del Consiglio dei ministri ha dato l’ultima stangata: non ha riconosciuto lo stato d’emergenza nazionale. Il motivo, spiega un comunicato della Regione, che riporta la lettera ricevuta dalla Presidenza, è il seguente: si tratta di problemi risolvibili per via ordinaria dagli enti competenti, poiché non si tratta di una situazione imprevista e imponderabile.

La risposta del Governo non lascia dubbi, significa che sono limitate le attività di assistenza alla popolazione, così come le misure di sostegno alle attività economiche. “Dopo tutto questo tempo – afferma il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini – questa prima risposta formale del Governo ci sembra incredibile. Quasi che non fosse successo nulla di grave, tutto normale o quasi, e comunque risolvibile in quattro e quattr’otto. Come se quanto hanno vissuto le famiglie e gli studenti, e purtroppo stanno ancora vivendo imprese e lavoratori - dalla valle del Savio ai Comuni cesenati di Roncofreddo e Sogliano al Rubicone, fino a Sant’Agata Feltria nel riminese – non fosse degno di attenzione e di nota del Governo. Disagi modesti dunque, a dire del Governo”.

Ma Bonaccini non ci sta e si chiede come sia possibile tale indifferenza per le difficoltà che stanno ancora vivendo le aziende legate al trasporto dato che a metà febbraio il ponte è stato riaperto per le auto, ma non al passaggio dei mezzi pesanti che quindi sono costretti a percorrere l’autostrada con notevoli aumenti di spese. “L’allarme lanciato più volte dai sindaci e dai sindacati? Le stime delle associazioni industriali, dell’artigianato e del commercio sulle situazioni di crisi aziendale e i mancati introiti? – si domanda il governatore della Regione –. Avevamo chiesto lo stato d’emergenza e quindi l’intervento del Governo insieme alle Regioni Toscana e Umbria e ci viene risposto, in buona sostanza, potete fare da soli. Un invito ad arrangiarsi a territori e comunità locali. Noi siamo certamente abituati a rimboccarci le maniche: ai primi 250mila euro stanziati nell’immediato ne abbiamo aggiunti altrettanti nell’attesa che il Governo onorasse gli impegni. Dopo il silenzio e le promesse non mantenute sugli ammortizzatori sociali, oggi arriva una risposta sbagliata e quasi offensiva. Noi rimarremo accanto alle comunità colpite, ai cittadini e alle imprese, senza bisogno che qualcuno ce lo indichi”.

Ora non resta che sperare nei 10 milioni di euro previsti nel decreto crescita come più volte promesso dal sottosegretario Jacopo Morrone. Sperando che almeno quelli arrivino, perché il tempo è scaduto da un pezzo.