E45, il viadotto Puleto verso la riapertura

Riguarderebbe il traffico leggero. Si decide tra oggi e domani

STOP AL TRAFFICO Proseguono i gravi disagi per tir e automobili con il blocco della E45 in direzione Toscana

STOP AL TRAFFICO Proseguono i gravi disagi per tir e automobili con il blocco della E45 in direzione Toscana

Cesena, 24 gennaio 2019 - E45, la luce in fondo al tunnel? La Procura di Arezzo deciderà entro le prossime 24-48 ore se riaprire solo al traffico leggero, a doppio senso di marcia, con limiti di velocità e nelle corsie interne (ritenute più sicure di quelle esterne) il viadotto ‘Puleto’, chiuso dal 16 gennaio perché ritenuto a rischio cedimento. È quanto emerso ieri al termine del sopralluogo effettuato lungo la E45 dai consulenti della Procura.

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Nel corso del rilievo sono state effettuate prove di carico per poter capire – anche in virtù della relazione tecnica consegnata dai tecnici di Anas e analizzata da due periti della procura di Arezzo – se la strada potrà essere riaperta. Intanto, dopo l’incontro di martedì a Roma con il ministro alle Infrastrutture Toninelli, da cui è scaturita la presa in carico da parte di Anas della viabilità alternativa a partire dall’ex Tiberina, continua il pressing di sindaci ed enti locali sul Governo.

I sindaci di Cesena e Bagno di Romagna, Paolo Lucchi e Marco Baccini, presidente e vicepresidente dell’Unione Valle del Savio, hanno chiesto in una lettera un incontro urgente al ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio (informati anche i deputati locali, fra i quali Marco Di Maio, Pd, informa di aver preso in carico l’impegno) per chiedere ammortizzatori sociali e aiuti a imprese e famiglie dei territori colpiti.

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«Nell’area cesenate – affermano i due sindaci – si tratta di 10,3 milioni di transiti di autoveicoli nel periodo dicembre 2017 -novembre 2018, cioè 28.641 transiti medi giornalieri, ma anche di 14mila imprese e unità locali coinvolte, di circa 230mila presenze turistiche nei comuni di Bagno di Romagna e Verghereto e 340 presenze nella riviera provenienti da Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana e Umbria (rilievi da gennaio a ottobre 2018)».

«Le ricadute negative – proseguono Lucchi e Baccini – sono evidenti: disdette di prenotazioni alberghiere, autogrill e aree di servizio deserte e costrette a lasciare a casa i dipendenti, aziende bloccate nelle commesse che decidono una riduzione della produzione, ditte di autotrasporto che subiscono aumenti di percorrenza, tempi e costi».