Emergenza energetica, la ricetta di Piraccini

Per il manager di Hera ospite al Rotary ci sono azioni concrete da fare: "Cucine, caldaie, auto: serve ridurre i consumi e puntare su energie rinnovabili"

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di Ermanno Pasolini

’Emergenza energia: scenari immediati e futuri’. E’ il titolo della conferenza organizzata dal Rotary Club Valle del Rubicone e dal suo presidente Claudio Faggiotto nella locanda ’Antiche Macine’, sulle colline di Savignano, la prima serata conviviale in presenza dell’anno 2022. Ospite e relatore è stato l’ingegnere Enrico Piraccini, responsabile sviluppo dei progetti della circular economy, economia 4.0, transizione ecologica e management del Gruppo Hera, che ha parlato dell’emergenza energetica illustrando gli scenari attuali e le ipotesi future.

Piraccini ha lavorato nel settore ambientale di Cesena come responsabile impianti di depurazione, discarica e compostaggio, per ricoprire poi i ruoli di responsabile depurazione per il Gruppo Hera, sviluppando progetti innovativi relativi al recupero energetico del biogas, alla fitodepurazione delle acque reflue; è stato anche amministratore delegato di Romagna Compost, società del gruppo, in cui ha realizzato il primo impianto italiano di digestione ’dry’ di rifiuti; è stato responsabile compostaggi di Hera, realizzando i nuovi impianti di digestione anaerobica di Rimini e Ravenna, con produzione di compost ed energia elettrica.

Nel 2014 diventa responsabile Sviluppo di Hera, con l’obiettivo di individuare nuove tecnologie e nuovi business. Sviluppa progetti nel settore della circular economy (nuovo impianto di Bologna per la produzione di biometano dai rifiuti organici), dell’industria 4.0 e della circular-smart city. Ora è anche responsabile del settore transizione ecologica e innovation Management di Hera. Lungo il proprio percorso professionale ha avuto modo di approfondire i vari aspetti del ’metabolismo’ della città anche nelle sue componenti tecniche di base: ciclo idrico, ciclo rifiuti, energia.

Ha detto Enrico Piraccini: "Continuiamo a ripetere che dobbiamo essere indipendenti come energia, ma aumentiamo la dipendenza dalla Russia come abbiamo fatto dopo la guerra di Crimea. Importiamo 70 miliardi di mc di metano all’anno e più del 40% arriva dalla Russia. Il primo obiettivo è arrivare entro il 2030 al 40% delle energie rinnovabili e c’è chi azzarda nel 2035 al 100%. Però noi dobbiamo cambiare il nostro sistema energetico: nelle nostre cucine abbiamo spesso il gas a fiamme, ma dobbiamo andare verso una cucina che sia a induzione. Dobbiamo cambiare la caldaia in pompa di calore che prende il caldo da fuori e lo butta dentro e viceversa. Bisogna usare auto elettriche, ridurre i consumi e andare verso le energie rinnovabili: biometano e fotovoltaico. I problemi più gravi sono i prezzi molto più alti per energia e gas. Bisogna puntare sulle infrastrutture green".