"Emozionato come un bambino"

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Guido Guidi, il grande fotografo che cerca l’identità antropologica più che geografica dei luoghi a cui dedica il suo occhio di artista, di premi prestigiosi ne ha ricevuti diversi: tra gli altri una doppia edizione del premio Hemingway di Lignano Sabbiadoro.

Guidi, ma com’è ricevere un premio dalla propria comunità?

"Sono rimasto bambino e sappiamo quanto i premi siano graditi ai bambini. In più il premio mi arriva da Cesena, la città dove sono nato e che ho un po’ abbandonato negli anni, a causa del lavoro. L’ho molto gradito, mi fa sentire cittadino di Cesena un po’ di più".

Ha fotografato mezzo mondo, ma quanto di Cesena?

"Ho realizzato diversi progetti che sono confluiti in libri e mostre come quello sul teatro Bonci, sulla via Emilia, sul Museo Diffuso, su Cesena città per la cultura, ed altri".

La città negli anni è cambiata, ci sono luoghi che stimolano la sua attenzione?

"In quest’ultimo mese ha lavorato a Cesena per una mostra che aprirà il 17 dicembre, è un focus sulle aree industriali. Un’altra mostra sulle case popolari è programmata più avanti".

Le sue foto riguardano spesso i luoghi non luoghi, strade, muri, porte che rivelano una loro vita segreta ma solo a chi cerca con la mente più che con lo sguardo, nelle sue immagini sono rari i soprassalti. Cosa la spinge verso questi soggetti?

"E’ una curiosità per capire dove andiamo a finire. Mi è capitato di fotografare un’aiuola spartitraffico… E’ arrivato un signore in bicicletta, mi ha guardato stupito e mi ha detto ‘sa, se va un chilometro più in su c’è un panorama bellissimo, quello sì che vale la pena…’. La fotografia è anche una performance quando ci sono degli spettatori, e anche questa è una riflessione ".

Qual è il suo prossimo progetto?

"La sistemazione insieme al Comune del mio sconfinato archivio. Ne è stata sistemata solo una parte. Mi auguro che si possa procedere anche per quel che resta".

Cosa pensa quando si pone davanti ad un soggetto da fotografare?

"Assolutamente a niente. Cerco di creare un occhio disarmato. Mi considero uno spettatore della mia fotografia".

e.g.