
Inaugurata dal sindaco Lattuca la nuova sede della struttura presieduta da Catia Bianchi. Gli acquisti vengono effettuati attraverso una tessera sulla quale è caricato un plafond.
"Una società inclusiva è una società più forte e dunque fa il bene di tutti, non solo di chi riceve aiuto e sostegno". Risuonata in altre voci nel corso di un’affollata cerimonia di inaugurazione, è questa la sintesi più efficace, declinata nelle parole della nuova presidente Catia Bianchi, di ciò che porta in città l’Emporio Solidale. La nuova sede di via Guido Rossa a Torre del Moro è anche bella e inserita in un contesto ameno di alberi e ordinate attività produttive che , come ha evidenziato l’architetto Pier Currà, il cui studio ne ha progettato la ristrutturazione (un tempo era una mensa), si configura anche come esperimento urbanistico dove "accanto a chi produce c’è anche lo spazio per un dono".
Partito da lontano grazie all’azione congiunta di 8 associazioni (Adra, Arci Solidarietà Cesenate, Auser, Associazione di Carità Mater Caritatis, Campo Emmaus, Centro di Aiuto alla Vita, Croce Rossa Italiana e San Vincenzo De’ Paoli) l’Emporio assiste oggi 180 famiglie e nei due anni di attività ha fornito 2.170 "spese". Ed eccolo un altro elemento fondamentale evidenziato anche dal sindaco Enzo Lattuca al taglio del nastro: "La possibilità di fare la spesa come per tutti, nel rispetto della dignità di chi ha bisogno di un aiuto per i beni più elementari, in attesa di potersi emancipare".
Agli assistiti, infatti, non viene consegnato un contenitore con ciò che c’è nella disponibilità del momento, ma una tessera su cui viene caricato un plafond per gli "acquisti" che si orientano a seconda delle necessità, che possono essere anche occasionali. "Non forniamo il pesce, ma la canna da pesca" ha evidenziato non a caso Susanna Ricci dell’associazione Il Barco. Intanto però chi ha bisogno trova di tutto: pasta, farine, scatolame, frutta e verdura, detersivi, prodotti per la scuola. La nuova sede, che ha anche nella lamiera plissettata che ne riveste le strutture in cui ci si può specchiare un messaggio di accoglienza e inclusione, gode di spazi ampi: l’area della vendita, la struttura per il magazzinaggio ma anche stanze attrezzate per i bambini e per attività di scambio e socializzazione. Si parla anche di una futura biblioteca e di un internet point dove trovare assistenza nei complicati meandri della burocrazia digitale che ha creato, in molte situazioni, altre fragilità.
L’intervento strutturale ha assorbito un investimento complessivo di 1.485.000,00 euro (575 mila euro di risorse comunali e 910 mila assegnati al Comune di Cesena dal PNRR nell’ambito della Missione 5 "Inclusione e coesione", Componente 2 "Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore"). A queste cifre si sommano ulteriori 180 mila euro, sempre assegnati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, destinati alla gestione dei vari servizi. Tante le parole di soddisfazione e gioia (come quelle dell’assessora ai Servizi Sociali Carmelina Labruzzo: "E’ un dono utile ed anche bello"), quelle di speranza del vescovo Don Pino ("Vorremmo solo droni che portano cibo non bombe"), dell’assessora regionale Elena Mazzoni ("Gli empori solidali rappresentano oggi un vero e proprio avamposto nel contrasto alla povertà nella nostra regione"). Che, tasto doloroso, compone almeno il 10 per cento della popolazione (121 mila persone).