Energia e alimentari, prezzi alle stelle

Inflazione al 6,6% nel primo quadrimestre dell’anno, tra i dati peggiori in regione. Spesa sempre più cara per le famiglie

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Prezzi in salita per la borsa della spesa delle famigliee aumento dei costi per le aziende. Uno scenario di crisi e di aspettative pessimistiche avvolge la nostra provincia così come tutta l’Italia. Nei primi quattro mesi dell’anno l’inflazione nella provincia di Forlì-Cesena ha toccato il 6,6%, più della media regionale (5,8%) e nazionale (5,7%). Lo evidenzia il rapporto dell’Osservatorio Economico della Camera di commercio della Romagna. Il trend risulta essere crescente fino a marzo (gennaio: +5,5%, febbraio: +6,7%, marzo: +7,2%) e in lieve flessione ad aprile (+7,0%).

Secondo l’analisi della Camera la spinta inflazionistica deriva da un incremento dei prezzi della quasi totalità dei capitoli di spesa che concorrono a determinare il risultato dell’indice, soprattutto di quelli afferenti ai beni energetici.

Il maggior incremento medio tendenziale dei prezzi riguarda le voci ‘abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili’ (+25,8%), elettricità e combustibili da soli segnano +64%. A seguire trasporti (+8,6%), ristorazione (+7,7%), alimentari (+6,9%), mobili (+3,5%), abbigliamento e calzature (+1,8%), servizi sanitari e spese per la salute (+1,8%), ricreazione, spettacoli e cultura (+1,1%) e bevande alcoliche e tabacchi”(+1,0%). Stabile, in sostanza, l’istruzione (-0,1%) mentre risultano in diminuzione le comunicazioni(-4,1%).

Il report evidenzia che nei primi quattro mesi dell’anno la variazione media tendenziale rilevata in provincia è stata la seconda più alta tra quelle riscontrate in regione (dopo quella di Piacenza: +7,1%). L’inflazione acquisita per il 2022, cioè la variazione media dell’indice nell’anno ipotizzando che l’indice stesso rimanga, nei mesi futuri, al medesimo livello dell’ultimo dato mensile, risulta essere del +6,1%.

In ultimo, la variazione media dei primi quattro mesi del 2022, rispetto al periodo gennaio-aprile 2021, dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT per famiglie di operai e impiegati per il capoluogo, e quindi per la provincia in generale, è pari a +6,1%.

"I dati confermano che stiamo vivendo una situazione generale complessa – dichiara Roberto Albonetti, segretario generale della Camera di commercio della Romagna – nella quale il crollo delle aspettative economiche è affiancato dall’aumento delle prospettive di inflazione e le preoccupazioni legate all’impatto della crisi ucraina si sommano all’attenzione sulla limitata capacità di agire delle banche centrali. Il forte aumento dei costi per le imprese si è tradotto in una brusca compressione dei margini operativi, data la difficoltà di trasferire ai clienti i rincari delle commodity. Questa situazione rischia di divenire insostenibile per le imprese e mette a rischio la sopravvivenza di molte di queste, in particolare delle micro-piccole. Si tratta di una vera crisi globale e come tale deve essere affrontata. È necessario, pertanto, fare fronte comune e assumere iniziative a livello europeo per frenare l’inflazione, come la regolazione dei prezzi di beni socialmente significativi, per evitare ricadute prevalentemente su imprese e consumatori".

re.ce.