Ergastolano sotto processo per evasione

Enzo Berni, mandante dell’omicidio di un 17enne, si era allontanato dal carcere mentre godeva della semilibertà

Migration

E’ entrato nel vivo in tribunale a Parma, il processo che vede imputato Enzo Berni (60enne di Bagno di Romagna) del reato di evasione dal carcere. Condannato all’ergastolo per l’omicidio del giovane diciassettenne cesenate Thomas Salaroli, avvenuto nel dicembre del 1997, Berni era detenuto nel carcere di Parma da 22 anni, quando tre anni fa tentò una fuga durata 72 ore. Enzo Berni, che dopo essere stato riacciuffato è stato riportato in carcere a Parma dove si trova tutt’ora, ha presenziato all’udienza in videoconferenza, mentre il suo difensore, l’avvocato Francesco Minutillo, era presente in aula. I fatti sono stati ripercorsi da un testimone dell’accusa, un agente in servizio al carcere di Parma il giorno dell’evasione. Dopo 22 anni dalla condanna per omicidio colposo, l’ergastolano poteva recarsi al lavoro di giorno e rientrare in carcere la sera. Lavorava come muratore in una struttura poco distante dal carcere e la cosa funzionò per un po’. Il 17 dicembre del 2019 infatti, il detenuto approfittò della semilibertà e scappò dal penitenziario. Quella mattina era uscito dal carcere a piedi con un borsone, un sacco e il capo coperto dalla berretta. Invece di recarsi al lavoro montò su un autobus e prese il treno fino a Modena, qui si rifugiò in un casolare abbandonato. Alla sera, in carcere, scattò l’allarme per il mancato rientro. Fu sorpreso dagli agenti tre giorni dopo la sua fuga mentre vagava per le strade di Massa Finalese, in provincia di Modena. E subito fu riportato in cella. Da quel momento si è visto sospendere il beneficio della semilibertà e non gli è stato più permesso di uscire dal carcere. Il processo per evasione è stato rinviato al 22 settembre per sentire i testi della difesa.

L’omicidio del 17enne Thomas Salaroli fu brutale e cruento. Era l’alba del 23 dicembre 1997 quando sulle colline di Santa Lucia un gruppo di giovani, quasi tutti minorenni, si riunì per un regolamento di conti. Ai tempi Berni guidava una piccola gang di spacciatori e convinto che uno dei suoi lo avesse tradito lo portò in campagna con la scusa dell’ultima ‘fumata’ in compagnia, ma arrivati là fece inginocchiare Salaroli e lo fece ammazzare da un altro minorenne con tre colpi di pistola. Berni fu considerato il mandante dell’omicidio e fu condannato all’ergastolo.

Annamaria Senni