Ex Albergo Riviera: "Vanno assolti tutti"

Migration

di Paolo Morelli

Ha chiesto tre assoluzioni l’avvocato forlivese Marco Martines concludendo la sua arringa, durata quasi due ore e mezzo, in difesa del notaio Maria Chiara Scardovi, imputata di ‘lottizzazione abusiva commerciale’ nel processo per la trasformazione in appartamenti dell’ex Albergo Riviera di via Del Porto a Cesenatico. Secondo l’avvocato Martines, ultimo difensore a parlare dopo l’avvocato Luca Mazzanti per Alessandra Rabitti, la giudice Elisabetta Giorgi può assolvere Scardovi scegliendo tra le formule ‘il fatto non sussiste’, ‘per non aver commesso il fatto’ e ‘perché il fatto non costituisce reato’ perché tutte corrispondono a quello che è emerso nelle 15 udienze del processo, iniziato un anno e mezzo fa. Per il notaio, invece il pubblico ministero Francesco Buzzi aveva chiesto la condanna a un anno di arresto e 20.000 euro di ammenda, la stessa pena chiesta per l’immobiliarista Vittorio Tosi, mentre per i 12 acquirenti degli appartamenti era stata chiesta l’assoluzione.

L’avvocato Martines, che ha citato un caso analogo a Cesenatico sul quale nessuno ha avuto qualcosa da ridire, ha ripercorso passo passo il lungo capo d’imputazione contestandolo in ogni punto e ha ricostruito il contorto iter delle pratiche edilizie compresse tra norme regionali che prima vietavano la trasformazione degli alberghi fuori mercato in residenze, poi la consentiva, e infine la vietava di nuovo, mentre il Comune di Cesenatico per un lungo periodo non aveva avuto alcunché da obiettare arrivando a rilasciare la residenza all’acquirente di un appartamento dell’ex albergo, poi ha cambiato orientamento in coincidenza con il cambio di amministrazione dal centrodestra al centrosinistra.

"Non parlo solo in difesa della mia assistita – ha detto l’avvocato Marco Martines – ma di tutti gli imputati che hanno impegnato i loro risparmi in quello che era un sogno che da quattro anni possono solo vedere dall’esterno essendo l’immobile sotto sequestro e a rischio di confisca. Erano consapevoli dei problemi che avrebbero potuto sorgere, tanto che qualcuno ottenne uno sconto sul prezzo d’acquisto dell’appartamento, e qualcun altro riuscì a inserire una clausola di riacquisto se non fossero stati superati. Maria Chiara Scardovi qui sta difendendo la sua onorabilità professionale di notaio mettendo a repentaglio i suoi beni personali; per lei sarebbe stato più facile fare delle ammissioni mettendosi al riparo da richiesta di risarcimenti, ma non l’ha fatto perché quello a cui tiene soprattutto è l’onore".

Il giudice Elisabetta Giorgi, dopo aver ascoltato con attenzione l’arringa dell’avvocato Martines, ha dato appuntamento al 15 settembre per le repliche, la camera di consiglio e la sentenza: durante le vacanze avrà il tempo di approfondire questo difficile processo.