Fabio Zaffagnini torna al Manuzzi: "Maxi-show? Ci stiamo lavorando"

L’ideatore di Rockin’ 1000 collabora a un progetto del Cesena calcio per riportare i concerti allo stadio

Fabio Zaffagnini torna al Manuzzi  "Maxi-show? Ci stiamo lavorando"

Fabio Zaffagnini torna al Manuzzi "Maxi-show? Ci stiamo lavorando"

Cesena, 26 marzo 2023 – Chi pensa che l’impossibile sia impossibile e basta, potrebbe telefonare a Fabio Zaffagnini, l’uomo che col suo progetto di Rockin’1000 ha prima convinto i Foo Fighers a venire a suonare al Carisport e poi ha organizzato il primo concerto con mille musicisti coinvolti all’unisono scegliendo come location uno strabordante ‘Manuzzi’. E in effetti è di questo che parliamo, della possibilità di organizzare grandi eventi in città in grado di richiamare decine di migliaia di persone pronte a gridare a squarciagola e a soggiornare nel nostro territorio, a vantaggio di tutta la comunità. Un progetto al quale sta lavorando anche il Cesena Calcio, che gestisce l’Orogel Stadium e che si è rivolta proprio a lui per chiedere qualche ‘linea di indirizzo’. Zaffagnini risponde al telefono di ritorno dal Messico, dove è appena stato per presentare la tappa del tour mondiale di Rockin 1000, che toccherà Città del Messico il 22 aprile, prima di trasferirsi a Bogotà il 20 maggio e a Madrid il 3 giugno.

Zaffagnini, se la ricorda ancora la ‘sua’ Cesena?

"Eccome. Nessun posto è come casa. Continuo a viverci e, per entrare nel cuore del discorso, sì, credo che qui i grandi eventi si possano realizzare. Eccome". Da dove si parte?

"Dalla necessità di fare sistema. Sono stato contattato dal Cesena Calcio, che ha chiesto informazioni su come potersi muovere in un mondo che per chi viene da fuori è completamente nuovo e non facile da esplorare".

Quali sono le criticità?

"Il circuito dei concerti è piuttosto ‘chiuso’ e complicato. Col Cesena ci siamo confrontati sul ‘cosa si potrebbe fare’ per entrare in gioco in maniera concreta, il prima possibile".

Dunque serve lavorare insieme.

"E’ essenziale. Prima di tutto serve una partnership tra il settore pubblico e quello privato, dopo di che bisogna coinvolgere l’intero territorio. Se parliamo di un mega evento con decine di migliaia di persone, le strutture ricettive cesenati non basterebbero, ma allargando il quadro a quelle della riviera il problema verrebbe velocemente risolto".

Lei all’Orogel Stadium ci ha suonato.

"E’ stato il concerto più bello della mia vita. Molto prima di Parigi, del Brasile o di qualsiasi altro posto. E’ stato il primo ed è stato indimenticabile".

Potrebbe tornarci?

"Voglio tornarci. Per un’occasione speciale, magari un anniversario. Ci stiamo già pensando". Prima portò i Foo Fighters al Carisport.

"Fu un caso eccezionale: una band come quella era ampiamente sottodimensionata nel nostro pur bellissimo palazzetto. Che, tanto per inciso, è comunque in grado di ospitare tantissimi altri eventi. Con un solo scalino scivoloso".

Quale?

"E’ una via di mezzo, troppo piccolo per i mega eventi e troppo grande per quelli più di nicchia. Ma tutto si può affrontare e gestire al meglio".

Come?

"Il mondo delle ‘date zero’ ha enormi potenzialità. Le band le scelgono come location inziali prima della partenza vera e propria del tour. E’ una sorta di prova generale, con tantissimo fascino e appeal per il pubblico. Servono strutture come quelle che ha Cesena, ma anche qui serve il lavoro di squadra: magari fare un investimento per il territorio invitando gli artisti a costo zero e lasciando poi che la promozione ripaghi i costi".