"Falò, non potevamo fare discriminazioni"

Il sindaco sul divieto dei fuochi di San Giuseppe: "Rimini ne ha concessi tre in deroga alla disposizione regionale, noi non abbiamo privilegiato nessuno"

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di Andrea Alessandrini

Una disposizione regionale applicata nel comune di Cesena ha vietato gli abbruciamenti incluse le tradizionali focarine di San Giuseppe suscitando disappunto e anche incredulità in molti cittadini e il gruppo consiliare ’Cambiamo’ ha scritto una lettera al sindaco criticando l’amministrazione per non aver mantenuto un evento che appartiene alla tradizione nel territorio comunale e nelle campagne.

Sindaco Lattuca, perché il Comune ha adottato questo provvedimento difficile da comprendere?

"Quando abbiamo ricevuto le richieste di potere effettuare le focarine provenienti da più parti, ci siamo rivolti alle Regione Emilia-Romagna che ci ha informati del divieto posto per ragioni legate alla situazione molto critica sull’emissione di polveri sottili, e abbiamo ritenuto di uniformarci. Non si tratta di aver posto divieti, ma di non aver concesso deroghe ad una dispsozione regionale perché non ce n’erano i presupposti a Regione è coinvolta nella procedura d’infrazione per il superamento del valore limite giornaliero di polveri sottili e nel novembre 2020 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell’Italia. La Regione sostiene che va evitata qualsiasi attività non necessaria, che possa comportare ulteriori giorni di superamento".

Eppure ci sono comuni emiliano-romagnoli come Rimini che hanno disposto le focarine. I Comuni avevano la discrezione di poter decidere autonomamente dalla Regione?

"Il Comune di Rimini ha effettuato la scelta di consentirne tre in tutto, precisando di agire in deroga alla disposizione regionale Per quello che mi risulta altri comuni territoriali non hanno adottato provvedimenti favorevoli alle focarine".

Non si poteva optare per farne svolgere alcune e altre no, fissando un tetto?

"E sulla base di quale criterio avremmo potuto farlo, senza correre il rischio di discriminare qualcuno e creare diffuso malcontento: quelle delle parrocchie sì, e di altri sodalizi no? Ci è sembrato che agire in questo modo non fosse corretto".

Sindaco, le focarine sono una delle espressioni più vive della nostra tradizione e non sono certo le maggiori responsabili della proliferazione delle polveri sottili. Non si sta un po’ esagerando?

"Comprendo il ragionamento sul valore sociale e storico delle focarine come momento di aggregazione, ma la Regione ha emanato una disposizione ambientale sulla base di una situazione preoccupante sul versante dell’inquinamento da polveri sottili. Avremmo potuto pilatescamente far finta di nulla, ci è sembrato invece più corretto informare i cittadini dell’esistenza di questo divieto che, lo preciso, è regionale".