False accuse contro un collega Condannati due carabinieri

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Un procedimento penale per calunnia e falsità ideologica in atto pubblico nei confronti di due carabinieri si è concluso con la condanna in primo grado a 4 anni e 6 mesi di reclusione per un militare del Lazio di 40 anni, all’epoca dei fatti maresciallo alla compagnia di Savignano e ora in servizio alla caserma di Roma, e a 3 anni e 3 mesi di reclusione per l’altro, marchigiano di 60 anni, all’epoca dei fatti brigadiere alla caserma di Cesenatico e successivamente trasferito. I due imputati, per il quale il magistrato ha anche disposto l’interdizione dai pubblici uffici per 4 anni, erano finiti a processo con l’accusa di aver reso dichiarazioni false riguardanti un collega. Secondo l’accusa "i due indagati in accordo tra loro, mediante la redazione delle annotazioni di servizio rivolte ai superiori, incolpavano falsamente, sapendolo innocente, un appuntato in servizio alla caserma di Savignano sul Rubicone, determinando così l’instaurazione nei suoi confronti del reato di insubordinazione con ingiuria, conclusosi con decreto di archiviazione". Il giudice ha assolto per parte del capo di imputazione e condannato per il restante. Uno dei due accusati avrebbe sostenuto che un collega aveva reagito con violenza picchiando una persona durante un diverbio scatenatosi in strada di fronte alla caserma di Savignano nel settembre del 2018. Il carabiniere nelle dichiarazioni rese per iscritto a un superiore sosteneva che "l’appuntato afferrava un soggetto, lo aggrediva colpendolo con calci e pugni, continuava a picchiarlo con un’ira implacabile, proferendo frasi minacciose, fino a farlo cadere a terra dove rimaneva incastrato tra il motore e l’asfalto, procurandosi delle lesioni e in particolare una contusione all’anca". Da diverse testimonianze è emerso che il carabiniere accusato avrebbe solo colpito con due ‘manate’ il casco di un uomo in moto che stava litigando con sua moglie, al solo fine di fermare quella lite, finendo per farlo cadere accidentalmente.". Ieri in tribunale a Forlì, i difensori degli imputati Cosimo Zaccaria e Stefano Spadoni e l’avvocato di parte civile Fabrizio Briganti hanno replicato alla lunga discussione che si è tenuta in aula davanti al giudice Marco De Leva e al pubblico ministero Laura Brunelli.

Annamaria Senni