Far west al Montefiore, altra misura cautelare

A giugno in due vennero presi nel centro commerciale: in carcere per armi da guerra, ora l’accusa è tentata rapina

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di Annamaria Senni

Il gip del tribunale di Bologna Roberta Dioguardi, su richiesta del pubblico ministero Tommaso Pirini, ha disposto una nuova misura cautelare in carcere nei confronti di Antonino D’Anna, cesenate di 64 anni (difeso dal legale cesenate Alessandro Monteleone) e Michele Catapano (difeso dall’avvocato Donata Mamusi), residente a Modena, di 46 anni, per una tentata rapina alla filiale della Bper di Granarolo dell’Emilia (Bologna) il 16 giugno scorso.

Azione criminosa sventata dalla pronta reazione dei dipendenti, prima ancora che l’ingresso della banca fosse aperto. Dopo aver tentato il colpo assieme ad un complice, con il volto coperto e le armi in pugno, i due sono fuggiti a bordo di una auto poi risultata rubata, intercettata dopo un po’ dalle forze dell’ordine.

Un maxi inseguimento, durato più di un’ora, e finito anche grazie all’ausilio di un elicottero dei carabinieri, che non ha mai persi di vista i rapinatori fino al loro arrivo al centro commerciale Montefiore dove i due uomini in fuga hanno cercato un ultimo ma vano nascondiglio. Erano le 10 del 16 giugno scorso, quando i numerosi clienti e i dipendenti del centro commerciale sono improvvisamente piombati nell’agitazione alla vista delle numerose pattuglie dei carabinieri (una decina) che hanno accerchiato lo stabile, mentre i carabinieri entravano con le armi in pugno a caccia dei due uomini.

La rocambolesca fuga si è conclusa con l’arresto, nel parcheggio interrato del Montefiore, di Antonino D’Anna e Michele Catapano, tratti in carcere a Forlì dove si trovano tuttora. Dopo la convalida dell’arresto, il pm forlivese Sara Posa chiese e ottenne dal gip l’applicazione della misura cautelare del carcere essendo state rinvenute nell’auto dei due indagati un’arma da guerra (fucile d’assalto mitragliatore) e due pistole utilizzate probabilmente per la tentata rapina alla Bper a Granarolo dell’Emilia. Oltre ai due indagati un altro uomo veniva individuato dagli inquirenti ma mancano a suo carico i gravi indizi di colpevolezza che hanno permesso di applicare la misura del carcere come invece è stato per Catapano e D’Anna che comunque erano già in carcere.