Medicinali distribuiti in farmacia anziché nelle strutture ospedaliere

L’accordo rivoluziona la riforma introdotta nel 2011 dalla Regione

Medicinali in farmacia

Medicinali in farmacia

Cesena, 3 ottobre 2017 - Per le persone affette da patologie croniche (diabete, ipertensione, artrite, Parkinson...) c’è una novità: per ritirare i farmaci necessari alla cura non dovranno più recarsi agli sportelli per la distribuzione diretta che si trovano presso l’ospedale Bufalini di Cesena e alcune strutture sanitarie del comprensorio, ma presso tutte le farmacie. E’ il frutto dell’accordo firmato nel febbraio scorso dalla Regione Emilia-Romagna e dalle organizzazioni delle farmacie e dei distributori di farmaci.

Molti utenti hanno commentato positivamente la novità perché non dovranno più recarsi nei punti di distribuzione diretta (pochi, spesso scomodi da raggiungere e con orari ridotti), ma c’è chi (come la Federconsumatori) la ritiene un inutile aggravio di costi (circa cinque milioni di euro all’anno) per i bilanci della sanità regionale.

In realtà a fronte del compenso riconosciuto dalle Aziende sanitarie locali alle farmacie (3,20 euro più Iva per ogni scatola di farmaco consegnata) ci sarà un consistente risparmio per il ridimensionamento che potrà essere effettuato nelle strutture per la distribuzione diretta attualmente esistenti, alle quali potranno rivolgersi solo i malati oncologici e quelli che sottoscriveranno un’apposita richiesta (ma l’Ausl non lo comunica a tutti, ma solo a chi insiste particolarmente).

L’accordo regionale prevede che i farmaci vengano acquistati dalla Regione (che ottiene forti sconti soprattutto sui farmaci generici grazie alle enormi quantità che vengono acquistati e alla concorrenza tra i produttori) e gestiti dai magazzini delle Ausl. Alle farmacie saranno forniti alcuni farmaci in deposito (per esempio gli anticoagulanti), mentre altri come l’insulina dovranno essere ordinati di volta in volta.

Il nuovo regime, che in un certo modo rappresenta un ritorno all’antico rispetto alla distribuzione diretta che era stata introdotta sei-sette anni fa con strascici legali che ancora non hanno portato a sentenze definitive, dovrebbe portare a una maggiore omogeneità di gestione nell’ambito dell’Ausl Romagna: finora, infatti, c’erano forti differenze nella distribuzione diretta dei farmaci fra Rimini (rigida), Forlì e Cesena (meno rigida) e Ravenna (praticamente assente).

Oltre ai cinque milioni di euro che andranno alle farmacie che ditribuiranno i farmaci per conto delle Ausl (2,8 milioni di pezzi nel territorio regionale, dei quali circa 945mila in Romagna), l’accordo prevede l’erogazione di 650mila euro a sostegno delle farmacie che operano in territori disagiati.