"Febbraio nero con 61 focolai nelle scuole"

Da oggi la Romagna in zona arancione scuro con la sospensione delle lezioni in presenza. Lattuca: "Misura dura ma opportuna"

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di Elide Giordani

"La chiusura delle scuole in presenza è una decisione difficile e problematica ma di fronte ad un campanello d’allarme che suona così forte non è pensabile contestare la scelta della Regione che, peraltro, ritengo opportuna". Cerca le parole, tra preoccupazione e responsabilità, il sindaco Enzo Lattuca per spiegare ai cesenati (oltre 800 lo hanno seguito sulla diretta Facebook) una scelta così indigesta come un nuovo blocco delle lezioni in presenza con l’inevitabile strascico di polemiche, disagi, e ripercussioni sulla psicologia dei ragazzi. Ma, come evidenzia il sindaco, la "situazione è ben oltre la linea rossa dei 250 nuovi contagi settimanali da Covid-19 su 100 mila abitanti": l’ultima settimana di febbraio infatti oltre quella linea rossa ci sono altri 250 casi settimanali portando a 500 il dato cesenate. Il doppio della soglia che il Comitato tecnico scientifico nazionale ha posto come barriera oltre la quale la chiusura delle lezioni in presenza si rende improcrastinabile.

"E anche oggi (ieri. Ndr) i numeri, ossia 177 nuovi casi - dice Enzo Lattuca - sono come non li abbiamo mai visti e per di più il laboratorio di microbiologia di Pievesestina testimonia una carica virale mai così alta". Porte serrate dunque a partire da oggi e per 15 giorni per tutte le scuole esclusi i nidi e le scuole dell’infanzia. Un boccone amaro che trova ragioni nei focolai (ritenuti tali quando in un contesto ci sono almeno due infettati) esplosi tra gennaio e febbraio. "Sono cresciuti del 307 per cento - dice il sindaco con il supporto di alcune ansiogene tabelle -. Ne avevamo registrati 15 in gennaio, sono stati 61 a febbraio". E anche il numero delle quarantene butta benzina sul fuoco: i ragazzi in età scolare finiti in lock down domiciliare per contagi o vicinanze strette con positivi sono cresciuti del 242 per cento tra i due primi mesi dell’anno. Sono stati 583 a gennaio, hanno sfiorato i duemila (1.995) a febbraio. Ma sono quasi raddoppiati anche i ragazzi positivi (più 77 per cento): ne erano stati certificati 222 in gennaio, sono 394 quelli del mese di febbraio. Attualmente gli studenti cesenati positivi sono in totale 1.227. Sono numeri importanti che rendono visibile una realtà che sta imponendosi: il covid non risparmia più i piccoli e i giovani. Sembra certo che ciò tragga effetto dalle varianti, soprattutto quella inglese, più contagiosa e perniciosa anche per i bambini che, tuttavia, fortunatamente, nella maggioranza dei casi, non accusano sintomi gravi. Ma la preoccupazione tra i genitori che hanno figli al nido o all’asilo alza bandiera rossa. E il sindaco ribadisce ciò che vanno dicendo gli esperti: "Sui piccolissimi, tra 0 e 6 anni, la trasmissibilità del virus è assente". Per questo quelle scuole non sono state chiuse. Ma s’innescano, nella generale situazione di allarme, anche le problematiche organizzative delle famiglie in cui i genitori lavorano e non riescono a conciliare impegni e cura dei figli. Il sindaco, che ha avuto uno scambio con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, rassicura sia sulla possibilità di avere congedi parentali che sull’accesso al bonus baby sitter anche per i lavoratori autonomi. Tutto ciò, compresi i 500 casi settimanali ogni 100 mila abitanti che stanno funestato il nostro comprensorio (il 22,7 per cento dei tamponi processati contro la media romagnola del 18,4 per cento) non spegne le polemiche contro le restrizioni. Tra chi è in disaccordo c’è anche la Lega Romagna che boccia le chiusure estese e prolungate ora che ci sono vaccini e terapie adeguate.