Fiera, dopo l'asta ecco i nuovi scenari

Il sindaco: "Ora i privati sono il 60 per cento Rimini non oltre la soglia del 20"

Il sindaco Paolo Lucchi

Il sindaco Paolo Lucchi

Cesena, 20 marzo 2017 - Il venti per cento della Fiera cesenate è dunque andato a Italian Exibition Group (società che fa riferimento a Fiera Rimini) con 1,7 milioni di euro incassati dal comune di Cesena grazie all’asta per la privatizzazione del’ente.

Sindaco Paolo Lucchi, qual è ora l’assetto societario?

«Cesena Fiera adesso è per il 60% in mano al sistema d’impresa locale:tutte le associazioni, con quota diretta come per Cna e Confindustria, oppure con una qualità acquisita nell’ambito di ‘Momenti insieme’ del Credito Cooperativo romagnolo, che vale anche per Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Rete Ppi; imprese del settore fieristico (più di una, compresa ora la Fiera di Rimini), del settore turistico (Viaggi Manuzzi), e di quello bancario (Ber e Credito Cooperativo Romagnolo). Resta tuttavia forte la partecipazione pubblica, garantita dal Comune (con il 33%) e dalla Camera di Commercio (con il 7%)»

Una quota che avrà un peso reale?

«Con questa quota saremo in grado di sorvegliare ed accompagnare la società nell’interesse dell’economia locale».

L’ingresso di Rimini ha evidenti attinenze anche con lo spostamento di Macfrut, non è così?

«Certo, la presenza di Rimini si spiega con la partnership per Macfrut: acquistando una quota rilevante, Rimini ha dimostrato di credere con noi in una fiera di settore come il Macfrut, che in campo agroalimentare è oggi di gran lunga la più importante in Italia e ha raddoppiato la propria superficie per l’edizione di maggio, per l’edizione 2017, anticipata rispetto al tradizionale settembre degli ultimi anni, per meglio collocarsi nello scenario internazionale fieristico. Una fiera che è diventata un solido riferimento internazionale, come dimostra la partnership 2017 con la Cina».

La presenza societaria di Rimini potrebbe in futuro diventare condizionante?

«No, perché le Rimini e non potrà mai avere più del 20% di quote. Al contrario si svilupperà invece ulteriormente quella ‘rete fieristica romagnola’ nell’ambito della quale Rimini ha indubbiamente una struttura maggiormente competitiva, ma anche la realtà cesenate risulta in forte crescita».

Sulla base di quali dati lo si può affermare?

«Dico che noi siamo in forte crescita, tenendo conto della struttura di Pievesestina rinnovata ed inaugurata il 15 ottobre scorso, che ci colloca in una fascia ben definita, quella delle piccole fiere specializzate, come la fiera dell’antiquariato, oppure innovative, come ‘Sono Romagnolo’ oppure l’imminente rassegna ‘Wellness food festival’. Si tratta di una fascia che non confligge con Rimini ma contribuisce a far crescere l’intera economia romagnola. Che ci si un rapporto stretto e sinergico tra noi e Rimini, lo dimostra anche un altro fatto: da più di un anno Catia Guerrini, componente del cda di Cesena Fiera, è entrata nel cda di Rimini Fiera e sta contribuendo ad aumentare le sinergie e lo scambio di informazioni».