Cesena, in tribunale in Polonia per riavere sua figlia

La battaglia di un 45enne cesenate: "La mia ex ha sottratto la bambina ed è tornata in patria violando gli accordi per l’affidamento congiunto"

Un padre con la figlia (immagine di repertorio)

Un padre con la figlia (immagine di repertorio)

Cesena, 20 maggio 2022 - "Ridatemi mia figlia". E’ il grido disperato di un padre 45enne cesenate, comparso ieri in tribunale in Polonia per riavere la sua bambina sottratta dalla madre otto mesi fa e mai più rivista. Un processo difficile e doloroso perché l’oggetto del contendere è una bambina e a contendersela sono mamma e papà. "La mia vita senza la mia piccola non ha più senso", spiega il padre, raccontando il dolore di una mancanza senza eguali. Una storia drammatica, dove la sfiducia verso le persone, verso le istituzioni, verso la legge, ha ormai spazzato via anche la più flebile speranza di poter riabbracciare in fretta la figlia.

Una storia che parte con la denuncia depositata in Commissariato a Cesena otto mesi fa dal legale Barbara Urbini, per sottrazione internazionale di minore e che è finita ora nell’aula del giudice polacco. Ieri mattina a Stettino in Polonia c’è stata la prima udienza. Ora, dopo l’esposizione dei fatti davanti al magistrato, si attende una decisione del giudice. "La mia unica figlia di 7 anni è sparita a fine settembre – dice l’uomo – la madre l’ha portata con se’ in Polonia e ha fatto perdere le sue tracce". La bimba è nata a Cesena nel 2015 dall’unione con l’ex compagna, una trentenne polacca. Il matrimonio non ha funzionato e i due si sono separati in modo non proprio pacifico. Per la figlia, spiega, era stato stabilito un affidamento congiunto: due giorni alla settimana e a weekend alterni col padre, il resto del tempo con la madre. Così è stato per un po’, e le cose sembravano funzionare.

"Stavamo bene assieme" racconta il padre e le tante foto dove sono ripresi abbracciati e sorridenti sembrano dargli ragione. Tramite la convenzione dell’Aia (che si occupa delle procedure relative agli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori) gli avvocati Sofia Carlino e Michal Marszal si sono rivolti al giudice polacco per far rientrare la bambina in Italia, o comunque per prendere accordi affinché il padre possa rivedere la figlia. Nel caso in cui il giudice accolga la richiesta, la parte difficile sarà poi mettere in esecuzione il provvedimento. L’uomo in questi mesi non sa dove ha vissuto la bambina ed è solo riuscito a sentirla al telefono poche volte. "Mia figlia è vivace, molto intelligente, le piace giocare ed è avventurosa – dice il 45enne - ha iniziato la seconda elementare e poi è stata portata via dalla madre con una scusa. La mia ex ha raccontato che i suoi familiari in Polonia avevano problemi di salute ed è partita in tutta fretta. Si è spostata in un paese vicino alla guerra e la mia preoccupazione è tanta. Ora ho paura di non rivedere mia figlia. Ho saputo che sta frequentando una scuola in Polonia, ma la sua vita è qui, dove ha sempre vissuto. Nell’ultima telefonata la bambina mi ha detto che non voleva rientrare in Italia, ma sentivo che era una chiamata guidata dalla madre". Alcuni mesi fa il cesenate aveva ricevuto una sanzione da parte dell’Ausl per la mancata vaccinazione della piccola. L’Ausl non poteva sapere che era stata portata via dall’Italia. Ovviamente, spiegato l’inghippo, la multa è stata annullata.