Filopatridi, lezione di Gianfranco Brunelli su Canova

Per il 200° anno della morte lo scultore protagonista di una lectio magistralis

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Antonio Canova, in occasione del 200° anno della morte, è stato protagonista all’Accademia dei Filopatridi di una lectio magistralis tenuta in aula magna da Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre dei Musei San Domenico di Forlì. Canova è ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura, soprannominato per questo ’Il moderno Fidia’. Si è ispirato ai modelli antichi, anche a dipinti di artisti a lui contemporanei e con i quali si è confrontato. Antonio Canova è stato molto vicino alle teorie neoclassiche di Winckelmann e Mengs. Le sue opere più note, capaci di sfidare i secoli e il tempo, sono ’Amore e Psiche’, ’Teseo sul Minotauro’, ’Adone e Venere’, ’Ebe’, ’Le tre Grazie’, la ’Paolina Borghese’, ’Ercole e Lica’ e la ’Venere Italica’ e altre, opere presenti nei più grandi e prestigiosi musei del mondo. Gianfranco Brunelli si è soffermato su vari aspetti legati al Canova e le sue più preziose e affascinanti opere d’arte, fra le quali la ’Maddalena’ dicendo: "Non fu mai una prostituta ma una convertita, seguace di Cristo, che ancora affascina". "Canova - ha chiuso Brunelli - è stato un’autorità anche a livello politico. Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815, su incarico di Pio VII, si recò in Francia per ottenere la restituzione delle opere trafugate dall’imperatore".

e.p.