Fine dell’incubo per Giulia "Martedì torno a casa"

La 21enne di Cesenatico e le sue compagne di viaggio sono state scortate dalla polizia a Cuzco: dopo il trasferimento a Lima partiranno per l’Italia

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Si sta risolvendo al meglio, la disavventura delle quattro ragazze italiane, tre romagnole e una toscana, che durante la loro vacanza in Sud America sono state bloccate in Perù, coinvolte nei tumulti e nelle manifestazioni scoppiate dopo il golpe che ha portato all’arresto del presidente Pedro Castillo. Giulia Opizzi, 21 anni di Cesenatico, le sorelle Federica e Lorella Zani di Cotignola e Martina Meoni di Firenze, lunedì scorso erano state bloccate proprio dai manifestanti scesi lungo le strade di campagne che dalla città di Cuzco portano al confine con la Bolivia dove erano dirette. Sono stati sufficienti un centinaio di agricoltori che sostengono l’ex presidente Castillo, per mettere in crisi la circolazione di una vasta area del Perù e bloccare i pullman dei turisti stranieri. In uno di questi mezzi pubblici c’erano le quattro ragazze italiane, che da una settimana stanno vivendo un’odissea, dalla quale potrebbero far ritorno in giornata. Ieri Giulia e le sue amiche sono riuscite a tornare a Cuzco, dove prenderanno un volo interno per raggiungere Lima, la capitale del Perù, e da qui prenderanno un aereo diretto in Italia. Il rientro è previsto per martedì a Bologna.

Le quattro ragazze erano partire assieme da Milano il 27 novembre, con un volo per un itinerario in cui dovevamo viaggiare in tutto il Perù, per poi visitare la Bolivia, il Cile e l’Argentina. Lunedì, dopo aver terminato un tour nel Perù, si sono dirette verso la Bolivia, ma il pullman è stato bloccato un giorno e mezzo dai manifestanti che chiedono la liberazione di Castillo, costringendo le turiste italiane a rimanere senza cibo, acqua e servizi igienici. "L’intervento dell’ambasciata – dice la cesenaticense Giulia Opizzi – ci ha consentito di trovare alloggio temporaneo in un ostello l’Hospedaje Quinta Rest, a Checacupe nella provincia di Chancis, dove abbiamo trascorso due notti. L’azione dell’ambasciatore è stata fondamentale, in quanto a Checacupe non esistono pos e noi eravamo praticamente rimaste senza soldi, l’equivalente di meno di quaranta euro in quattro e negli zaini pochi snack e niente acqua".

Nella disavventura le turiste italiane per alcuni giorni bloccate dai manifestanti, si ritengono fortunate del trattamento in Perù: "Con noi i cittadini peruviani si sono sempre comportati bene e anche i manifestanti non hanno usato violenza, sebbene ci abbiano impedito di proseguire il viaggio con il pullman, quando eravamo già vicini al confine con la Bolivia. La polizia è poi intervenuta e di fatto ci ha liberato, scortandoci dall’ostello e consentendoci di tornare a Cuzco". Ieri si è vissuta una giornata di attesa, con le quattro ragazze ferme a Cuzco, dove sono riuscite a prelevare con il pos e hanno atteso il volo per Lima per poi proseguire fino a Bologna.

Giacomo Mascellani