Flusso continuo per l’ultimo saluto a Guidazzi

Ieri camera ardente in Comune aperta dal sindaco e sfilata di repubblicani, politici e cittadini per rendere omaggio allo scomparso

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di Andrea Alessandrini

Nel nostro quarto d’ora davanti alla bara aperta di Mario Guidazzi nella sala degli Specchi del Comune, scortata da moglie e figli, sono sfilati Gilberto Zoffoli, cattolico dei Popolari per Cesena, Simona Benedetti, ex assessore dem della giunta Lucchi, il medico Raffaele Bisulli della clinica San Lorenzino, l’amico Giampiero Maldini, Emanuela Venturi, che aderì all’ex associazione mazziniana, e altre persone ritte nella camera ardente.

Campione rappresentativo per trasversalità delle centinaia di cesenati – flusso ininterrotto – saliti ieri in Municipio a rendere omaggio al segretario di consociazione del partito repubblicano cesenate morto mercoledì. La camera ardente era stata aperta dal sindaco Enzo Lattuca con la fascia tricolore ed è seguita la sfilata di amici, repubblicani, politici, amministratori, esponenti del mondo economico e sociale e delle istituzioni, cesenati semplici che hanno goduto della sua compagnia. Ai piedi della salma la corona di fiori e arbusti tricolori dell’amministrazione comunale; quelle del partito repubblicano, della cooperativa Casa dell’ideale, i vessilli con l’edera, le bandiere dell’Italia e dell’Europa, la foto del manifesto funebre, giovane e sorridente.

La moglie ’Didi’, a cui sono state porte le condoglianze del Carlino, ha condiviso il momento del distacco acconsentendo che se ne scrivesse. "Era ricoverato alla Malatesta Novello, grave ma cosciente: capiva tutto. Ha avuto un’apnea, poi l’arresto cardiaco inaspettato e fatale". Oggi alle 15 il funerale al cimitero urbano di Tipano: funzione religiosa e orazione laica di Giorgio La Malfa. Il congresso comunale del Pri, che doveva tenersi oggi, è stato rinviato. La salma verrà cremata. Lunedì i funerali della sorella, morta lo stesso giorno. Nella camera ardente vigili urbani e garibaldini in camicia rossa hanno fatto il picchetto: la salma vi era stata portata il giovedì sera. L’ultima notte cittadina di Guidazzi è stata nel palazzo del ’suo’ Comune.

"L’avevo visto a Martorano il 18 marzo", ha sussurrato un amico e anche gli altri avranno provato a risalire all’ultima volta che lo videro vivo, fissandolo nella quiete innaturale al centro della sala sotto il lampadario. Barba pareggiata, abito scuro e cravatta rossa: l’ultimo Guidazzi, deperito per la malattia e i problemi ad alimentarsi. Tutti impalati nel silenzio, che lui potendo avrebbe infranto con il suo humour, esortando a circolare.