Francesca Amadori dall’azienda al tribunale

Il 13 dicembre a Forlì la prima udienza della causa di lavoro promossa dalla nipote del fondatore dopo il licenziamento

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di Paolo Morelli

Ormai dell’Amadori, più che per l’importanza dell’azienda, i prodotti innovativi e i risultati di bilancio, si parla per le vicende che coinvolgono direttamente alcuni personaggi centrali. E’ ancora tutta da decifrare l’uscita dall’azienda di Francesco Berti, amministratore delegato cresciuto all’Amadori dove era entrato quasi dieci anni fa come consulente finanziario della famiglia, che da una ventina di giorni non si vede negli uffici di via Del Rio a San Vittore, che scoppia nuovamente il caso di Francesca Amadori. La nipote del fondatore Francesco Amadori e figlia di Flavio, al vertice dell’azienda insieme al fratello Denis, era stata licenziata nel gennaio scorso per assenteismo. La donna era responsabile dell’immagine e della comunicazione del gruppo, ma aveva un contratto da normale impiegata, non da dirigente. Per questo l’amministratore delegato Francesco Berti l’aveva richiamata ai suoi doveri di impiegata e, visto che non otteneva una risposta soddisfacente, l’aveva licenziata mentre suo padre Flavio era in vacanza.

Tra i legali di Francesca Amadori e quelli dell’azienda c’era stata una breve trattativa che non aveva avuto esito positivo: troppo lontana l’offerta economica dell’Amadori dalle richieste della donna. Quindi è stata avviata una causa di lavoro che prenderà il via con la prima udienza martedì 13 dicembre in tribunale a Forlì davanti al giudice Luca Mascini.

Ieri è scoppiata una nuova bomba: al fianco di Francesca Amadori davanti al giudice ci sarà Sonia Alvisi, consigliera di parità della Regione Emilia-Romagna. "Confermo che è stato depositato un ricorso a supporto di Francesca Amadori – ha detto Sonia Alvisi all’agenzia Ansa – ma se ne discuterà in udienza, sempre che non ci sia prima una transazione conciliativa".

La consigliera di parità può intervenire d’ufficio in prima persona, oppure affiancando chi ha avviato una causa ritenendo di essere stato discriminato. In questo caso sono stati i legali di Francesca Amadori a richiederne l’intervento che non riguarda solo la posizione della donna licenziata (era responsabile dell’immagine e della comunicazione del gruppo, ma aveva un contratto da impiegata), ma l’intera politica del personale dell’Amadori.

La struttura societaria del gruppo Amadori è assai complessa, con società agricole, cooperative e società per azioni che si intersecano. Sta di fatto che nel consiglio d’amministrazione e nel gruppo dei dirigenti ci sono solo uomini. Le sorelle di Flavio e Denis Amadori, infatti, hanno preferito seguire altre strade. Fino a qualche anno fa al vertice della gestione finanziaria dell’Amadori c’era una donna, Maurizia Boschetti, moglie di Flavio Amadori e madre di Francesca, ma è uscita dall’azienda più per dinamiche famigliari che aziendali.

Ieri sera l’Amadori ha diffuso un secco comunicato: "In relazione alle notizie fuorvianti pubblicate sulla stampa, la società ribadisce di agire ed aver sempre agito nel rispetto di etica, codici e regole, in tutela dell’azienda e la sua comunità. Per quanto attiene l’interruzione del rapporto di lavoro con Francesca Amadori, la società Gesco ha già ampiamente presentato nelle sedi opportune solide motivazioni. La società ritiene inoltre corretto, anche per rispetto delle procedure in atto, evitare di alimentare sui media strumentalizzazioni che nulla hanno a che vedere con il cessato rapporto di lavoro, oggetto peraltro di eccessiva e singolare attenzione. Rigettiamo nel mentre, con sdegno e fermezza, ogni illazione o suggestione strumentalmente messe in campo per screditare l’azienda, riservandoci ogni azione utile a tutela della stessa e della sua intera comunità. La nostra storia, fatta di persone serie, di rispetto e di etica del lavoro è la miglior risposta ad accuse tanto infamanti quanto false".