ANNAMARIA SENNI
Cronaca

Furto di 3.500 pallet alla Gesco. Risarcimento e reato estinto

Processo a tre imputati concluso con sentenza di non dover procedere dopo il versamento di 45mila euro

Processo a tre imputati concluso con sentenza di non dover procedere dopo il versamento di 45mila euro

Processo a tre imputati concluso con sentenza di non dover procedere dopo il versamento di 45mila euro

Un maxi furto di bancali alla Gesco (società cooperativa agricola che commercializza i prodotti a marchio Amadori) si è concluso in tribunale a Forlì con sentenza di non doversi procedere perché gli imputati hanno risarcito il danno. Il giudice Andrea Priore, ieri in aula, ha dichiarato il reato estinto dopo il versamento di  45mila euro  all’azienda. Così i tre imputati sono usciti completamente dal processo per estinzione del reato.

I fatti risalgono al periodo che va da febbraio ad aprile del 2022. Si contestava un furto di circa 3.500 pallet, per un valore stimato di 43mila euro. Accusati di furto un operaio cesenate di 50 anni (difeso dall’avvocato Alessandro Sintucci), un autotrasportatore di 69 anni di Cesena, e il titolare di una ditta individuale di trasporti cesenate di 70 anni (entrambi difesi dall’avvocato Angelo Stirone di Bologna). La società Gesco (costituita parte civile con l’avvocato Giuseppe Interrante di Milano) aveva in passato dato incarico a una ditta di trasporti di consegnarle una grande quantità di pallet. E qui, secondo le accuse, sarebbero entrati in scena l’operaio dell’azienda cesenate e l’autotrasportatore che consegnava la merce, che, con la complicità della ditta di trasporti, si sarebbero impossessati di un grosso quantitativo di bancali. Lasciando la Gesco all’oscuro di tutto. Le consegne dei pallet avvenivano di notte, e quasi sempre alla presenza dell’operaio, poi licenziato nonostante si sia sempre detto estraneo ai fatti. Ad accusare i tre indagati sarebbero state però le immagini delle telecamere. La difesa ha sollevato due eccezioni, entrambe respinte dal giudice: il fatto che la querela non fosse valida, e che la parte civile non fosse idonea a stare al processo. La Gesco (costituita con il proprio legale rappresentante) alla scorsa udienza ha chiesto un risarcimento di 130mila euro, per danni materiali, riflessi e di immagine. Ora la parte civile si riserva di intraprendere nuove azioni legali per l’integrazione del danno.

Annamaria Senni