"Gare, inaccettabile il mancato indennizzo"

I balneari oggi a Roma contro l’emendamento sul bando per le spiagge. Battistoni: "Nel caso di subentro, va riconosciuto il valore dell’azienda"

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di Giacomo Mascellani

I balneari sul piede di guerra, oggi daranno vita ad una grande manifestazione che si terrà a Roma, organizzata da Sib Confcommercio e Fiba Confesercenti, per protestare contro l’emendamento del Governo sulle gare che si terranno fra due anni per le concessioni sul demanio marittimo.

Simone Battistoni, presidente dei balneari di Cesenatico e vice presidente nazionale di Sib Confcommercio, rispetto al documento del mese scorso, per voi è stato fatto un passo indietro.

"Il testo è stato modificato in più parti ed è peggiorativo per gli attuali concessionari".

Nel documento del ministro Massimo Garavaglia non c’è l’obbligo per i futuri concessionari di riconoscere a quelli uscenti un indennizzo pari al valore aziendale, questa per voi è una mazzata.

"L’emendamento presentato si limita a prevedere che, per calcolare l’indennizzo a carico di chi subentra, siano valutati soltanto l’avviamento e il mancato ammortamento degli investimenti autorizzati dal demanio". In pratica questo cosa significa?

"Tutti coloro che hanno sborsato cifre molto alte, anche di centinaia di migliaia di euro, per cambiare ombrelloni, lettini, arredi, banconi del bar, tavoli, sedie e altri beni e servizi che non devono essere autorizzati dal demanio, secondo questo emendamento non ha diritto neanche ad un euro".

Voi cosa chiedete?

"Vogliamo cambiare questo testo e che sia scritto chiaramente l’obbligo da parte del concessionario subentrante, di riconoscere al precedente il valore dell’azienda che gli lascia".

Su questo punto per voi vitale, l’Europa pare proprio non sentirci.

"In effetti è così, pesa il parere della Commissione europea che, informalmente, avrebbe fatto intendere di non gradire gare che prevedano indennizzi a carico dei potenziali futuri concessionari".

La logica direbbe mettiamo a bando la superficie demaniale pubblica, ma riconosciamo il valore delle aziende costruite dai privati, perché l’Europa è contraria?

"Evidentemente vogliono favorire le multinazionali e i gruppi di grandi capitali, diversamente non si spiega una politica antidemocratica e contro le piccole aziende".

Fra le altre novità rispetto alla bozza di febbraio, spunta la parità di genere...

"Siamo alla follia, il documento prevede un punteggio premiale per gli operatori che potranno attestare i livelli di parità di genere, questo significa che due fratelli o una madre con la figlia, titolari di uno stabilimento, avranno meno punti di chi propone le stesse condizioni ma con soci misti per sesso, un’assurdità".

Dalla vostra parte si sono schierati la Regione Emilia-Romagna e tutti i sindaci della costa.

"Per noi questo è importantissimo, perché non andiamo a manifestare a Roma da soli, ma sostenuti dai nostri amministratori, i quali ci difendono innanzitutto per una questione di giustizia, ma anche perché sono consci del fatto che demolire il modello romagnolo significherebbe dare una spallata ad un settore economico che funziona, crea un grande indotto e garantisce posti di lavoro".