LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Garrone a ‘Piazze di Cinema’: "I migranti? Eroi dei nostri tempi"

Il regista di ‘Io capitano’ ha raccontato le motivazioni del film: "E’ basato su testimonianze reali"

Il regista di ‘Io capitano’ ha raccontato le motivazioni del film: "E’ basato su testimonianze reali"

Il regista di ‘Io capitano’ ha raccontato le motivazioni del film: "E’ basato su testimonianze reali"

"Parliamo di un viaggio con un eroe. Un eroe dei nostri tempi, come quelli che si vedono nei film della Marvel, ma reale, una di quelle persone che quando le vediamo arrivare, dovremmo andare tutti in spiaggia ad applaudirle. E invece appena sbarcano vengono arrestate". Non ha usato mezzi termini domenica sera il regista Matteo Garrone, davanti a una piazza Almerici gremita di pubblico in occasione del secondo appuntamento con ‘Piazze di Cinema’ analizzando il suo ‘Io Capitano’, un film che racconta le vicissitudini dei migranti alla ricerca di una nuova vita in Europa. Garrone è arrivato accompagnato dal sindaco Enzo Lattuca e da parte della giunta nell’ambito di un evento organizzato dalla Fondazione Lam per le arti contemporanee e intitolato appunto ‘Il lungo viaggio di Io Capitano’. Nel corso della serata in effetti è stato anche proiettato il docufilm ‘Allacciate le cinture. Il viaggio di Io Capitano in Senegal’. In platea era presente anche una rappresentativa di senegalesi residenti in città. Garrone ha spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a raccontare questo genere di storia, a uso e consumo del pubblico italiano e occidentale in generale, ma anche di quello coinvolto in prima persona dai fatti. Non per niente, le persone che compaiono nella pellicola, sono veri migranti arrivati in Italia lungo quelle rotte della speranza. "Riuscire a rendere chiaro lo scenario che si profila a chi parte, è fondamentale per salvare vite umane. Il film è basto sulle testimonianze e sulle storie vere vissute da chi quel viaggio lo ha fatto, come il mio amico Fofana, per esempio, che ho conosciuto in Italia, in un centro di accoglienza e che davvero è stato costretto, ancora minorenne e senza nemmeno saper nuotare, a mettersi al timone di una barca che non aveva mai guidato portando in salvo tante persone. Un motivo di grande orgoglio (‘Io capitano’ è il suo grido, urlato al cielo – e ai soccorritori – una volta in vista delle coste italiane, ndr) che però lo ha portato a essere arrestato, non premiato. Ai tempi ha trascorso sei mesi in carcere, oggi rischierebbe molto di più".