Giraldi e gli scatti dall’Ucraina

Il reportage del fotografo cesenate è esposto sul cantiere dell’ex mercato: "Volti da non dimenticare"

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La prima che si incontra, scendendo dal ponte di via Cavalcavia, è Polina. È una bimba seduta su una valigia, con un peluche rosa in mano e una berretta marrone in testa. Intorno a lei ci sono le gambe di un gruppo di adulti in piedi. Polina, gli adulti che la circondano e tutte le altre persone ritratte nelle venti immagini esposte dal fotografo cesenate Francesco Girardi, scappano dalla guerra in Ucraina. Girardi e la sua macchina fotografica per una settimana si sono spostati lungo il confine tra la nazione invasa dai russi e la Polonia, a documentare la fuga di un popolo dalle bombe. Per qualche giorno quelle immagini resteranno esposte, con l’autorizzazione del Comune, lungo la rete di recinzione del cantiere dell’ex Mercato Ortofrutticolo, di fronte allo studio di Girardi, che per curare l’installazione, si è messo all’opera a notte fonda, tra giovedì e venerdì, in compagnia di un gruppo di amici.

"Le foto non sono firmate – spiega Girardi – perché in questa vicenda, il punto non è ricordare chi ha realizzato lo scatto, ma chi c’era dall’altra parte dell’obbiettivo. Volti. Volti he non possono e non devono essere dimenticati. Volti che appartengono a storie, che quando le ascolti, l’unica cosa che vorresti fare , è gridare di smettere di lanciare bombe. Sono tornato da un viaggio che mi ha segnato e che spero contribuisca a diffondere messaggi inequivocabili anche qui, nella mia città. Ad ogni foto corrisponde un rapporto che ho creato con qualcuno, ma le foto sono solo una parte. Perché in tanti casi, davanti a quello che vedevo, non riuscivo nemmeno ad alzare la macchina: la guerra fa schifo".

Luca Ravaglia