Giulietta, la favola psicanalitica di Fellini

Il regista Valter Malosti porta al teatro Bonci uno spettacolo tratto dal racconto del maestro riminese poi divenuto il famoso film

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di Raffaella Candoli

Giovedì e venerdì alle 21, il sipario del Bonci si apre su "Giulietta", spettacolo costruito da Valter Malosti, direttore di Ert-Teatro Nazionale, sull’omonimo racconto di Federico Fellini. Malosti, che per questo lavoro ha ottenuto nel 2004 il premio Hystrio alla regia, ne ha affidato l’adattamento teatrale a Vitaliano Trevisan e l’interpretazione a Roberta Caronia, Premio della critica teatrale Anct 2020 per "la sua alta qualità e matura affidabilità di attrice".

La messa in scena è una produzione Teatro Piemonte Europa e ha il patrocinio di Fellini 100-Celebrazioni per il centenario della nascita di Federico Fellini. Il testo è tratto appunto, dal racconto editato dal regista riminese nel 1989, una prima stesura che nel 1965 sarebbe diventata il film Giulietta degli spiriti: "il racconto - spiega Malosti-, è un ‘trattamento’, ovvero la fase intermedia tra il soggetto e la sceneggiatura, una sorta di film semilavorato scritto curiosamente tutto in soggettiva, come un flusso di coscienza della protagonista".

"Giulietta - prosegue Malosti nelle note di regia - è una struggente favola psicanalitica, una favola contemporanea dai toni mozartiani sull’identità frammentata, sull’anima, raccontata con un tono vagamente infantile e inquietante, una moderna Alice attraverso lo specchio, specchio con il quale si apre e si chiude lo spettacolo e il racconto felliniano. Ma Giulietta è anche una lunga e irridente seduta spiritica descritta da chi ci crede, anche, almeno un poco; eco delle frequentazioni di maghi, veggenti e spiritisti scovati da Fellini e Giulietta Masina in quegli anni un po’ in tutta l’Italia. E oltre alla parapsicologia, evidente in questo testo di Fellini è la sua vicinanza alla psicanalisi: un modo di convivere con i propri fantasmi che Fellini, dopo averlo maturato alla scuola junghiana di Ernest Bernhard, non abbandonò più".

La scena vede la protagonista al centro di una pista da circo, immobile, quasi fosse inchiodata e, intorno, tutti i suoi fantasmi, gli spiriti, resi in scena dalle bianche, nude marionette di Gianni Busso, grazie alla collaborazione con l’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare di Grugliasco (To). Roberta Caronia, palermitana, è interprete della grande prosa, da Brecht a Shakespeare, da Strindberg ai Tragici, ma anche attrice di cinema e tivù. Nel 2018 ha impersonato Vincenzina Bagarella nella serie Rai Il Cacciatore; nell’autunno 2019 ha vestito i panni del Commissario Leonardi nella serie di Rai1 La strada di casa, coprotagonista con Alessio Boni e Sergio Rubini. È vincitrice del Premio Virginia Reiter 2017 e della Menzione d’Onore al Premio Duse 2018.

Valter Malosti, regista, attore e artista visivo, privilegia la trasversalità delle arti. Come attore ha lavorato con Luca Ronconi, e al cinema con Mimmo Calopresti, Franco Battiato e Mario Martone.

I suoi spettacoli hanno ottenuto premi dalla critica italiana e straniera. Dal 2010 al 2017 ha diretto la Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino. Direttore artistico della compagnia Teatro di Dioniso per quasi trent’anni, negli ultimi tre è stato direttore del Teatro Piemonte Europa di Torino.