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Cronaca

Gli avvocati dei tre poliziotti: "Narducci è un manipolatore"

La replica della difesa, tra una settimana la sentenza. Il pm ha chiesto 5 anni e mezzo per gli imputati

Gli avvocati dei tre poliziotti: "Narducci è un manipolatore"
Gli avvocati dei tre poliziotti: "Narducci è un manipolatore"

di Paolo Morelli

Sarà necessario attendere martedì prossimo, 26 settembre, per conoscere la sentenza del processo di secondo grado a carico di tre poliziotti che all’epoca dei fatti (aprile 2010) erano in servizio al commissariato di Cesena e che furono protagonisti di un episodio che avrebbe potuto risolversi con due parole di scuse reciproche e una stretta mano, e invece ha originato un intrico giudiziario che si sta trascinando da 13 anni con denunce, controdenunce, cause per diffamazione e falsa testimonianza. I tre poliziotti, Christian Foschi, Marco Pieri e Giancarlo Tizi, fermarono per un controllo un’auto nell’area di servizio di via Zuccherificio; nell’auto c’era Filippo Narducci, giovane barista, che ebbe una discussione con i poliziotti che alla fine stesero a terra Narducci, lo ammanettarono e lo portarono in commissariato dove rimase fino all’alba. Da allora è un susseguirsi di denunce, perizie e processi: Narducci è stato processato per violenza e lesioni ed è stato assolto con sentenza passata in giudicato. I tre poliziotti, che non sono mai stati sospesi dal servizio e hanno ottenuto avanzamenti di carriera, per gli stessi reati di Narducci furono condannati in primo grado e assolti in Appello; tra pochi giorni ci sarà l’esame della Corte di Cassazione sul ricorso presentato dalle parti civili.

Il processo più importante per la gravità e i reati contestati è quello in corso: Foschi, Pieri e Tizi sono accusati di sequestro di persona, falso ideologico, falsa testimonianza e altro. In primo grado, davanti ai giudici del tribunale di Forli, furono assolti con formula ampia, ma la procura generale presso la corte d’appello fece ricorso; nel processo iniziato nel febbraio scorso la sua rappresentante Antonietta Di Taranto ha chiesto la condanna dei tre imputati a cinque anni e mezzo di reclusione ciascuno per sequestro di persona e falso ideologico, mentre gli altri reati contestati sono prescritti. Dopo di lei hanno parlato gli avvocati di parte civile Fabio Anselmo, Alessandra Pisa e Umberto Calzolari che difendono Narducci e i suoi genitori, poi è stata la volta dell’avvocato difensore Riccardo Luzi che ha analizzato i vari filmati ripresi dalle telecamere di sicurezza della stazione di servizio.

Nell’udienza di ieri è stata la volta degli avvocati difensori Federica Casale e Marco Martines che hanno cercato di smontare la ricostruzione della pubblica accusa valorizzando il contenuto assolutorio della sentenza di primo grado. In particolare Martines ha definito Filippo Narducci "una persona con capacità manipolatoria" e ha messo in luce che nell’esposto contro i tre poliziotti non aveva fatto cenno al sequestro di persona, concludendo con la richiesta di conferma della sentenza assolutoria di primo grado. In chiusura di udienza l’imputato Christian Foschi ha fatto una dichiarazione spontanea per ribadire l’innocenza sua e degli altri due imputati, e per lamentare il fatto che il Resto del Carlino ha seguito con attenzione questa vicenda fin dall’inizio: secondo lui non si tratta di diritto-dovere di cronaca, ma di un processo mediatico.

Martedì 26 settembre ci sarà l’udienza conclusiva con le repliche del procuratore generale, degli avvocati di parte civile e dei difensori, poi i giudici delle terza sezione della corte d’appello formata da tre giudici di sesso femminile: De Simone (presidente), Castore e Cividali.