‘Gli Urgonauti’ tra storia e leggenda

Oggi alle 18 all’Eliseo prima proiezione pubblica del docufilm sul Rubicone ‘originario’

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di Francesca Siroli

Arriva sul grande schermo il docufilm sul Rubicone, il piccolo corso d’acqua che cambiò il corso della storia. Sabato al Cinema Eliseo, alle 18 con ingresso libero, si tiene la proiezione pubblica de ‘Gli Urgonauti’ che ripercorre, tra leggenda e realtà, la vera vicenda del fiumicello che costituiva il confine tra l’Italia e la Gallia Cisalpina, attraversato da Giulio Cesare nel 49 a. C. La tesi del film è quella sostenuta dall’associazionePro Rubicone, promotrice del film, che da trent’anni si batte per dimostrare che ciò che rimane dello storico Rubicone (in dialetto Urgòn) è quello che nasce nel territorio di Sogliano per poi discendere a Calisese. E non dunque quello che passa da Savignano, come decretato da Mussolini nel 1933. Il documentario racconta il viaggio nel tempo e nei luoghi bagnati dall’Urgòn dei due giovani protagonisti (Beatrice Balzani e Tommaso Placucci) che dalla foce del fiume, a Gatteo, risalgono verso la sorgente, al Passo dei Meloni: un itinerario lungo cui rivivono episodi del passato e spuntano intriganti personaggi. "Il film racconta questo territorio senza falsificare nulla, ma rendendo piacevole e interessante la storia", sottolinea Paolo Turroni, presidente della Pro Rubicone e curatore della sceneggiatura. La regia e la produzione tecnica sono di Matteo Pondini e Matteo Baruzzi, mentre la colonna sonora originale è di Elio Donatelli. Il cast, composta da una cinquantina tra attori e comparse (tra cui gli alunni della 5 Ce del liceo ‘Monti’), vanta alcune ‘guest star’: Roberto Mercadini veste i panni di un misterioso custode di un museo, Leonardo Lucchi interpreta uno scultore intriso di magia mentre Sergio Diotti è nel ruolo del fulèsta. Produttore esecutivo del film è il sacerdote ed esperto di cinema Filippo Cappelli, che si è occupato di tenere le fila e dell’organizzazione delle riprese: "Finalmente siamo riusciti a portare a termine quest’opera che ha avuto una lunga gestazione ed è frutto di passione e volontariato".