Green pass Università, arriva la denuncia: "Violata la nostra privacy"

Un gruppo di cinquanta dipendenti dell’ateneo, tra cui diversi cesenati, ha avanzato una richiesta di risarcimento danni per la certificazione verde

Controlli sul Green pass: dall’1 aprile non è più obbligatorio all’Università

Controlli sul Green pass: dall’1 aprile non è più obbligatorio all’Università

Cesena, 3 maggio 2022 - Cinquanta dipendenti dell’università di Bologna, tra cui una decina di romagnoli compresi una manciata di cesenati, hanno avanzato una richiesta di risarcimento all’ateneo. La diffida, già avanzata lo scorso ottobre, prende le mosse dalla contrarietà di alcuni lavoratori al green pass. I dipendenti (a Cesena si tratta di personale amministrativo che lavora negli uffici e non di professori universitari) avrebbero chiesto un risarcimento all’università, oltre all’accollo delle spese legali, perché sostengono di "aver subito un danno a causa degli illegittimi comportamenti e trattamenti a loro imposti da dirigenti e delegati dello stesso ateneo".

Le problematiche ovviamente nascono in seguito alla comparsa del Covid e alle conseguenti limitazioni. "Ci siamo rivolti all’avvocato Angela Kunter per far valere i nostri diritti - spiega Camilla Ragazzi, referente per il gruppo dei dipendenti – quello a cui miriamo è un risarcimento danni per la violazione della privacy nel diffondere le nostre generalità e le informazioni personali e per la violazione normativa sulla sicurezza sul lavoro: le mascherine non arrivavano e i contagi all’università si diffondevano". L’ateneo, secondo i dipendenti, non si sarebbe preoccupato del modo di diffusione dei dati personali dei lavoratori. In base a come è stato organizzato il sistema di controllo, sostengono, più persone all’interno degli uffici dell’università sarebbero venute a conoscenza dello stato di salute dei colleghi. "Abbiamo avanzato una richiesta di conciliazione davanti all’ispettorato del lavoro per trovare un accordo col datore che comprenda un risarcimento danni - rilevano i dipendenti - anche per sostenere i colleghi privi del green pass ingiustamente sospesi, senza stipendio. Colleghi che svolgevano attività importanti, difficilmente sostituibili per la loro esperienza e professionalità".

I 50 dipendenti appartengono al più numeroso gruppo "Lavoro e Studio Diritti di Tutti – Unibo", un gruppo apartitico e indipendente, composto da oltre 150 colleghi, uniti nell’opposizione all’obbligo del green pass e nel sollecitare una più adeguata tutela e rispetto dei lavoro. "Nel Campus cesenate – afferma Massimo Cicognani, presidente del consiglio di Campus universitario di Cesena – abbiamo rispettato semplicemente le leggi dello stato. Noi ci siamo attenuti alle norme generali di ateneo, perché di quello facciamo parte. Le mascherine non sono mai mancate, ce n’erano sacchi intere, e venivano distribuite a tutti dal portiere. Ci sono regole che vanno rispettate per il bene comune e se la vita adesso al campus è tornata alla normalità lo dobbiamo anche al senso di responsabilità dei colleghi e degli studenti che hanno sempre rispettato le norme. Di focolai da noi non ce ne sono mai stati. Sul terreno minato della privacy non mi addentro".