Guida Michelin 2020, a Cesena 'Da Gorini' conquista una stella. "Come vincere un Oscar"

Il ristorante di San Piero in Bagno entra nella celebre guida

Lo chef Gianluca Gorini ieri a Piacenza con la compagna Sara

Lo chef Gianluca Gorini ieri a Piacenza con la compagna Sara

Cesena, 7 novembre 2019 - Solo pochi giorni fa si era guadagnato una menzione dalla superstar degli chef Massimo Bottura, che in un’intervista a un magazine specializzato aveva inserito il suo ristorante tra i tre indirizzi imperdibili in Italia. Un plauso che ora ha tutta l’aria di una profezia: ieri mattina a Piacenza sono stati pronunziati i temuti verdetti della Guida Michelin 2020 e una delle new entry – con una stella – è proprio ‘DaGorini’, il ristorante fondato e gestito da Gianluca Gorini a San Piero in Bagno. L’agognata stella giunge a coronamento di quasi due anni di successi: aperto nel settembre 2017, DaGorini ha fin da subito fatto incetta di successi. Apprezzamenti prestigiosi che il giovane chef - 35 anni appena compiuti - condivide, oltre che con la sua brigata, con la compagna Sara, responsabile di sala. Ma un ruolo importante ce l’hanno anche i genitori di Sara, titolari di una piccola fattoria che rifornisce il ristorante dei prodotti tipici della campagna romagnola. «Non mi aspettavo questo riconoscimento, ma ci speravo», confida Gorini, a caldo. «Nella mia vita ho sempre cucinato: per noi cuochi, appuntarci sul petto una stella Michelin è come vincere un Oscar», spiega con la voce ancora rotta dall’emozione.

LEGGI ANCHE: Le novità Michelin per l'Emilia Romagna - Stelle nelle Marche: ecco le novità Originario di Pesaro, Gorini ha mosso i primi passi nel mondo della ristorazione proprio da queste parti, a Bagno di Romagna: era infatti nella brigata di Paolo Teverini, chef di fama internazionale al comando del ristorante che porta il suo nome, all’interno dell’Hotel Tosco Romagnolo. In Romagna ha incontrato la compagna e qui ha deciso di tornare quando, nel 2013, è nato il loro figlio Giulio. Oggi, il borgo di San Piero in Bagno - a pochi passi da quelle foreste casentinesi che ora risplendono dei colori dell’autunno - è la sua casa, «il nido in cui è ancora tutto vero», puntualizza lo chef.

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«La nostra responsabilità - spiega -, non si limita al saper cucinare bene una pietanza. Consiste, piuttosto, nel far stare bene le persone, restituendo loro un’esperienza genuina, che rispecchi realmente il territorio. E si estende ai nostri piccoli fornitori: i contadini, gli agricoltori e gli allevatori che vivono grazie al nostro lavoro. Responsabilità, al giorno d’oggi, significa saper raccontare chi siamo, dove siamo e perché cuciniamo: mi piace pensare che i giudici Michelin abbiano voluto premiare proprio la verità, l’autenticità della proposta». Il legame a doppio filo con l’amata campagna romagnola si ritrova in ogni riga del menu autunnale, varato poche settimane fa: ci sono la zucca gialla, i carciofi, le foglie tostate alla brace – affettuoso rimando al crepitio del caminetto acceso nelle prime giornate di freddo - la mora romagnola, i funghi e gli altri tesori del sottobosco. E traspare anche dai tanti «consigli di viaggio» dispensati sul sito del ristorante: «una vera e propria guida alle eccellenze romagnole», conclude Gorini, «un itinerario tra musei, siti archeologici e naturalistici, monasteri e altri ristoranti d’autore, per andare alla scoperta delle nostre radici e dell’energia di cui ci nutriamo ogni giorno».