CronacaI caporali sfruttavamo i lavoratori per quattro o cinque euro all’ora

I caporali sfruttavamo i lavoratori per quattro o cinque euro all’ora

Imputati cinque marocchini, uno residente a Cesena. Connazionali obbligati anche. a pagare 150 euro al mese

Migration

A processo per caporalato cinque marocchini trentenni. Si tratta dei cugini Hamed Boulkoute, En Naji Boulkoute, Rachid Boulkote, Nicham Boulkoute e Hamid Boulgout, quest’ultimo residente a Cesena mentre gli altri quattro in Veneto. Difesi dagli avvocati Alessandro Sintucci e Massimo dal Ben sono comparsi mercoledì in tribunale a Forlì per rispondere delle molteplici accuse di associazione per delinquere, intermediazione illecita, immigrazione clandestina e sfruttamento del lavoro clandestino, il cosiddetto caporalato. Il traffico di mano d’opera sfruttata per abbattere i costi delle imprese agricole fu stroncato nel 2016 quando la guardia di finanza arrestò i cinque marocchini accusati di aver costituito tre finte cooperative, con sede a Verona, attraverso le quali avrebbero ceduto la mano d’opera ad aziende che operavano nelle campagne romagnole. Il clichè era sempre il solito: una trentina di marocchini approdati in Italia, costretti a vivere in balia di questi caporali senza scrupoli. La paga per i dipendenti, tutti impiegati nel settore dell’allevamento di animali (in particolare polli) era ben al di sotto dei contratti sindacali e si aggirava sui 4-5 euro all’ora. Costretti a vivere in piccoli appartamenti (fino a 12 persone in pochi metri quadri) situati nelle campagne di Borello e di Piavola, erano anche tenuti...

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