"I pini non vanno tolti, sono parte della città"

La città si divide fra chi li considera un patrimonio e chi un problema, ma Fabio Ceccarelli è certo: "Sono da sempre nel nostro paesaggio"

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di Giacomo Mascellani

Gli ultimi crolli di due pini in viale Carducci, dove si stavano svolgendo dei lavori di scavo per consentire degli interventi sulle fogne, hanno riportato di grande attualità uno dei problemi più sentiti e che per alcuni aspetti divide non poco l’opinione pubblica. Questa pianta da un lato rappresenta infatti un elemento piacevolmente caratteristico del lungomare lungo tutta la nostra riviera, ma dall’altro sta cominciando a rappresentare anche un pensiero serio sul versante della sicurezza, perché le forti raffiche di vento e le nevicate, spesso causano cedimenti di rami o addirittura dell’intera pianta. Con tutto quello che ciò può comportare per la sicurezza dei cittadini e dei turisti.

Fabio Ceccarelli, responsabile del verde per Cesenatico Servizi, segue da vicino il problema che sta sicuramente cominciando a rappresentare una priorità da affrontare.

Ceccarelli lei ha tenuto subito a distinguere l’episodio accaduto nei giorni scorsi al Grand Hotel Cesenatico rispetto agli altri casi di alberi crollati.

"Si, l’ultimo episodio riguarda alberi privati su suolo aperto al pubblico ed è stato un crollo dovuto ad un intervento improprio sulle radici che garantivano la stabilità degli alberi".

Il pino ha delle radici superficiali che non crescono in profondità, di conseguenza ci saranno sempre problemi con strade, marciapiedi e cordoli rotti, quindi alla fine come se ne viene fuori?

"Ritengo importante intervenire nella manutenzione delle strade facendo maggiore attenzione alla salute e alla stabilità meccanica degli alberi, lavorando con tutti gli accorgimenti necessari per limitare i danni alle piante ed alle radici mentre si eseguono i lavori".

Ci sono altri tipi di soluzioni fattibili, senza dover prevedere tutti gli anni delle rotture e con esse disagi e costi di manutenzione sempre più alti?

"Sicuramente vi sono studi, ricerche e sperimentazioni in corso. Alcuni accorgimenti, non sempre possibili, che si potrebbero adottare, sono il riempimento degli scavi con sabbia fine evitando l’uso di pietrisco o elementi duri che potrebbero ferire le radici e favorire la creazione di noduli o ispessimenti; inoltre, si può frapporre tra la radice e la sabbia fine di riporto, un telo di tessuto non tessuto".

Fra i residenti, gli operatori turistici e gli stessi commercianti, c’è chi chiede di valutare anche la sostituzione dei pini con altri alberi che non rompono strade e marciapiedi con le loro radici.

"Ritengo che la situazione vada gestita solamente meglio e certamente non stravolta. I pini domestici fanno parte di Cesenatico da sempre e il paesaggio della città viene identificato anche con la loro immagine".

Quale sarà il vostro impegno presente e futuro, oggi e domani su questo problema che sta cominciando ad essere sentito da varie parti?

"Innanzitrutto monitoriamo i rischi con l’applicazione del metodo Vta, il ’Visual tree assessment’, interveniamo con delle potature volte all’eliminazione di rami secchi e difetti che contribuiscono al rischio di cedimenti improvvisi, diradiamo le chiome riequilibrandole; prestiamo la massima attenzione ai cantieri stradali ed ai gravi danni che potrebbero arrecare alle radici. Inoltre, controlliamo i dossi e le irregolarità dell’asfalto e delle pavimentazioni dei marciapiedi".