Caro bollette Cesena. "I rincari ci tolgono il pane da sotto i denti"

L’aumento delle bollette e delle materie prime mette in pericolo la sopravvivenza dei piccoli produttori artigianali cesenati

Giorgia Rovelli produce il pane con le farine di grani antichi

Giorgia Rovelli produce il pane con le farine di grani antichi

Il caro bollette, unito alle speculazioni che continuano a far oscillare le quotazioni del grano sui mercati internazionali, è giunto ora a minacciare il bene primario per eccellenza. L’alimento che, da millenni, rappresenta per l’umanità non solo il riscatto dalla fame, ma anche la sua capacità di dominare la natura e di sfruttare, non senza fatica, la fecondità della terra. "Il pane potrebbe scomparire dalle tavole italiane": è l’allarme lanciato ieri dal presidente nazionale di Assipan Confcommercio Antonio Tassone, il quale ha dichiarato che l’aumento esponenziale delle utenze di luce e gas mette a rischio la stessa sopravvivenza di oltre 1.300 imprese della panificazione artigianale, per 5.300 occupati. "Se queste realtà saranno costrette a chiudere i battenti si finirà per lasciare spazio ai soli colossi dell’industria alimentare".

Un timore fortemente condiviso da Giorgia Rovelli, che qualche anno fa ha aperto un forno, ‘Il fornaccio’, a Ville di Montetiffi. Nel pezzo di terra adiacente, Giorgia coltiva grani antichi, che le forniscono la farina necessaria per preparare pane e biscotti, venduti poi nei mercatini agricoli della zona. "I rincari ci stanno mettendo in ginocchio", dichiara, prima di soffermarsi su quelli più pesanti per la sua attività. "La legna è aumentata almeno del 30% nell’ultimo anno: viviamo in campagna, è vero, ma per cuocere il pane è necessaria una varietà particolare, che devo comprare". Ma il balzo più impressionante è quello del gasolio, necessario per azionare i macchinari agricoli: in questo caso la variazione rispetto al 2021 supera il 50%. Non solo: "per preparare i biscotti ho bisogno di vari ingredienti", sottolinea ancora Giorgia, "tra cui vari tipi di olii e frutta secca. Tutti schizzati alle stelle". Ultimo, ma non per importanza, il costo della benzina: una vera e propria stangata per tutti gli ambulanti, costretti ogni giorno a macinare chilometri per spostarsi da un mercatino all’altro e vendere i propri prodotti.

È possibile far fronte ai rincari senza essere costretti a scegliere tra ritoccare il prezzo del pane o chiudere i battenti? È la domanda che Giorgia si pone dal momento in cui è scattata questa corsa dei prezzi che pare ormai inarrestabile. "Il prezzo del pane non lo tocco per principio", chiarisce subito, "il pane è di tutti, è il cibo della vita". Per tamponare l’emergenza, però, si è rassegnata a ritoccare i prodotti che lei definisce ‘di nicchia’, come dolci e biscotti. E la scorsa estate ha sospeso i mercatini nelle città, vista la scarsa affluenza, e ha tenuto aperti soltanto quelli nelle località della Riviera, limitando così, oltre agli spostamenti, le quantità prodotte per la vendita. Per il resto, Giorgia si affida agli espedienti cosiddetti ‘della nonna’, che suggerisce anche ai clienti: "il mio pane è preparato senza migliorativi e additivi chimici, si conserva per una settimana e, se si indurisce, può essere usato per ricavarci bruschette e pangrattato. Sono rimasta fra le poche a vendere tutti i prodotti sfusi, dunque si può acquistare solo ciò che serve davvero, senza sprechi. I clienti ascoltano i miei consigli e finora non mi hanno abbandonata: rinunciano alla quantità, non alla qualità. Forse saranno proprio questi rincari a insegnarci che, se tutti desideriamo salvarci, dobbiamo cambiare le nostre abitudini".

Maddalena De Franchis