I ‘Suoni dello spirito’ da Dante all’Ucraina

Il 5 agosto si apre la rassegna nel chiostro dell’Abbazia del Monte con letture dal Purgatorio e brani musicali. Direzione di Paolo Turroni

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Nella quiete del chiostro quattrocentesco dell’Abbazia del Monte di Cesena si alzano le voci e le note de ‘I suoni dello spirito’. La rassegna estiva, che da quasi vent’anni anima i venerdì di agosto di chi rimane in città, è promossa dagli Amici del Monte grazie all’ospitalità della comunità monastica e la partecipazione del Conservatorio ‘Maderna’. La direzione artistica è affidata sempre a Paolo Turroni, che curerà anche il commento alle letture, alternate dai brani musicali.

Come di consueto la rassegna, al via il 5 agosto, inizia nel nome di Dante e quest’anno la scelta è caduta sul terzo canto del Purgatorio dove vaga l’anima di Manfredi, figlio di Federico II di Svezia. Si tratta di uno degli incontri più strani della Divina Commedia perché Manfredi, per la Chiesa del tempo, essendo morto scomunicato nel 1266 dovrebbe essere all’Inferno. "Se Dante sceglie di collocare uno scomunicato in Paradiso, perché è lì che andrà Manfredi terminato il Purgatorio, è perché vuole trasmettere al suo lettore un messaggio molto chiaro e anche rivoluzionario: nessuno sa che cosa accadrà dopo la morte, nemmeno la Chiesa. L’unica cosa che si può fare è affidarsi alla pietà infinita di Dio", spiega Turroni.

Il 12 agosto è protagonista il Graal, il mito forse più affascinante di tutti i tempi, a un secolo dalla pubblicazione del capolavoro ‘The waste land’ (‘La terra desolata) di Thomas S. Eliot. Partendo dai testi medievali che hanno dato origine alla leggenda, è una serata per riflettere su un mito ancestrale, la coppa misteriosa in grado di dare salute e prosperità, alla luce di due anni devastati dalla pandemia e di un’ennesima guerra che insanguina il mondo. Un altro anniversario si celebra nella terza serata, il 19 agosto: cent’anni fa nasceva Ilario Fioravanti, compianto artista e architetto morto nel 2012. Attraverso i suoi scritti, tratti dai quaderni che riempiva di disegni e riflessioni, ne emerge la vera voce: un Ilario nascosto, meno visibile rispetto alle sue ben note opere, che hanno contribuito a donare bellezza al mondo.

Come da tradizione, la rassegna si chiude (26 agosto) con un viaggio e questa volta la meta non porta gioia. E’ infatti la peggiore invenzione dell’uomo, la guerra, a indicare la via dell’Ucraina: nazione non lontanissima ma un po’ ignorata finché la tragedia non l’ha travolta. Ripercorrendo i versi dei poeti ucraini, degli scrittori russi nati lì, fino ai testi contemporanei, è un’occasione per scoprire questa terra oggi martoriata. Ingresso libero con inizio alle 21, in caso di maltempo gli spettacoli si svolgeranno al coperto.

Francesca Siroli