LUCA RAVAGLIA
Cronaca

Il bis di Cucine popolari: "Siamo ripartiti grazie alle donazioni e a tanti volontari"

Ieri è ripresa l’attività del ristorante nella sede dell’istituto Don Baronio che era stata devastata dalla piena del Savio il 16 maggio "Fare presto era un dovere morale. Per tanti questo posto è importante".

Il bis di Cucine popolari: "Siamo ripartiti grazie alle donazioni e a tanti volontari"
Il bis di Cucine popolari: "Siamo ripartiti grazie alle donazioni e a tanti volontari"

Si parte con Vasco, scritto, non cantato. Scritto sulla lavagna al centro della grande sala delle Cucine Popolari di Cesena. "Siamo ancora qua, eh già". Ieri mattina un aperitivo di bentornati ha fatto da cornice alla nuova apertura dei locali messi a disposizione di tutta quella parte di comunità cesenate per la quale consumare un pasto caldo al giorno è tutt’altro che scontato. I locali erano stati sommersi dall’alluvione del fiume Savio di metà maggio: quasi due metri di acqua e fango che avevano fatto saltare gli impianti, distrutto la cucina, ammalorato i muri e divorato gli arredi. Ora di quell’inferno non è rimasto praticamente più niente, perché grazie all’impegno della ‘Don Baronio’ che possiede le stanze e che ha garantito il ripristino dei quadri elettrici, di tanti singoli e aziende del territorio che hanno fornito risorse e di un esercito di volontari che hanno dedicato tempo e fatica, ora si riparte da dove si era rimasti, unendo buona cucina ad affetto sincero nei confronti di chiunque varchi la porta.

"Le ragioni che ci hanno spinto a fare il prima possibile – spiegano Elena Baredi ed Enzo Cappelletti, rispettivamente presidenti di Asp e di Cucine Popolari – sono due. Da una parte c’è la forte volontà di dare una mano: in tanti in questo periodo ci fermavano per strada, chiedendoci quando avremmo riaperto. Perché per loro è importante poter contare su un posto come questo. Dall’altra c’è il dovere morale verso un territorio che non ci ha mai lasciati soli, sostenendoci con la vicinanza morale e le donazioni concrete che ci hanno permesso di essere qui. Poi ci sono i soci e i volontari, 250 i primi, 150 i secondi, che sono impazienti di poter fare la loro parte a sostengo di un progetto che è diventato un importante approdo per la città". Dopo l’alluvione, il cento operativo si era spostato al circolo Hobby Terza Età in zona Ippodromo, dove gli stessi referenti ogni giorno preparavano 500 pasti per chi non riusciva a mettere mano ai propri fornelli. Quell’esperienza di è chiusa a luglio, dopo di che tutte le energie sono tornate a concentrarsi nei locali delle Cucine Popolari. "Happy"; "Non vedevo l’ora!". Sono i primi due messaggi scritti sul quaderno del firme appena reintrodotto all’ingresso, sotto alla scritta che annuncia la nuova partenza. Alle ‘Cucine’ si parlano tutte le lingue del mondo, perché alla ‘Cucine’ tutto il mondo è benvenuto. Chi può pagare il conto a fine pasto e chi non può farlo: non c’è differenza, c’è solo calore umano. L’ingrediente più abbondante di quello che probabilmente è il progetto sociale di aggregazione e sostegno meglio riuscito in città. Ce ne sono tanti altri, tutti essenziali. Ma i sorrisi che nascono qui hanno un sapore difficile da ricreare. Da oggi si riparte. Bentornati.