ELIDE GIORDANI
Cronaca

Il ’buco’ delle visite non pagate. L’Ausl deve riscuotere 10 milioni

L’azienda sanitaria della Romagna tra il 2018 e il 2024 ha recuperato appena il 3% dei crediti

L’Ausl Romagna, già in affanno per i conti in disavanzo e i costi dei servizi sempre più alti, non riesce a recuperare quanto dovuto dalle prestazioni sanitarie: in sette anni ha riscosso appena il 3 per cento, pari a 314.500 euro

L’Ausl Romagna, già in affanno per i conti in disavanzo e i costi dei servizi sempre più alti, non riesce a recuperare quanto dovuto dalle prestazioni sanitarie: in sette anni ha riscosso appena il 3 per cento, pari a 314.500 euro

Ticket sanitari, c’è chi evade e pensa di farla franca. E l’Ausl Romagna, già in affanno per i conti in disavanzo e i costi dei servizi sempre più alti, non riesce a recuperare quanto dovuto. Il tema è quello degli oneri per le prestazioni sanitarie usufruite dai cittadini ma non riscosse dall’Azienda Sanitaria. Un malvezzo degli utenti, non c’è dubbio, che non assolvono al loro debito ma c’è un problema di recupero crediti che mette in estrema difficoltà proprio la nostra Ausl Unica che mostra un tasso di riscossione che la colloca all’apice dei meno virtuosi: appena il 3,01 per cento. La percentuale fa cattiva mostra di sé (appena dopo c’è solo l’Ausl di Parma con una percentuale pari all’8,29, mentre l’apice virtuoso è rappresentato dall’Ausl di Ferrara con 60,04 per cento) in uno studio del consigliere regionale di Forza Italia Pietro Vignali che sonda il grado di mancata riscossione di tutte le Ausl della regione - quasi 54 milioni di euro - dal 2018 al 2024.

Sette anni di ticket non pagati dagli utenti che, per quanto riguarda l’Ausl Romagna, hanno accumulato la cifra di 10.440. 840 euro. Di questi la nostra Ausl ne ha recuperati solo 314. 500. E c’è di più: non solo la maggior parte di questi pagamenti non sono nelle casse dell’Ausl ma, per recuperarli, nel solo triennio tra il 2021 e il 2023 l’Azienda romagnola ha speso oltre 14.548 euro. Le incombenze burocratiche del sollecito costano, evidentemente, senza contare le ore dedicate dal personale. Ma a onor del vero c’è da sottolineare che il recupero non è indolore per nessuno: la virtuosa Ferrara vi ha dovuto investire, infatti, 341 mila euro. Mentre l’Ausl di Bologna, che ha potuto recuperare solo il 33,45 per cento (e ha accumulato un credito di 13.264.217) ne ha spesi quasi 383 mila per farsi pagare le cifre evase. Dunque, bene che vada, i morosi, anche se saldano il debito fanno pagare comunque un costo alla comunità. Il sistema di recupero crediti, infatti, comincia con l’estrazione degli insoluti e l’invio di un primo sollecito via posta ordinaria con tanto di avviso che il mancato pagamento si tradurrà in una mora. Quindi parte la diffida via pec e, se il pagamento non è ancora avvenuto, anche l’iscrizione a ruolo tramite l’Agenzia delle Entrate. Un sistema non particolarmente efficace, evidentemente che, come rileva il consigliere regionale di Forza Italia, necessita di una revisione. Ed anche molto impopolare considerato che non a tutti è andato già il pagamento delle ricette (da 2,20 a 4 euro) per tutti, tranne le categorie cosiddette fragili.

Non è chiaro, poiché la ricerca non lo specifica, come si collocano all’interno di queste cifre anche quelle dovute alle Ausl per la mancata disdetta delle prestazioni prenotate ma non effettuate. In tutta la regione le multe per esami non goduti e non disdetti, nel triennio 2021-2023, hanno assommato la bella cifra di 12.211.235 euro di cui solo 7 recuperati, tanto che Corte dei Conti ha stigmatizzato la Regione Emilia-Romagna per "Endemica lentezza nella riscossione". E l’Ausl unica di Romagna anche in merito a quest’obbligo appare la meno virtuosa avendo riportato in cassa il 37,45 per cento nel triennio. Restano da riscuotere 1.747.525 euro, ossia il 62,55 per cento del totale.