"Il cargo ha abbandonato in mare i pescatori"

Manifestazione di solidarietà dei marinai di Cesenatico per i colleghi del Lugarain, il peschereccio affondato al largo di Ravenna

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I marinai di Cesenatico si stringono attorno all’equipaggio del peschereccio Lugarain, che lo scorso martedì notte è affondato, dopo essere stato centrato dal cargo Mika battente bandiera della Danimarca, nelle acque a oltre 11 miglia al largo di Ravenna. Il Lugarain, lungo circa 23 metri, secondo quanto comunicato dalla Capitaneria di Porto, quando è avvenuto il sinistro marittimo, si sarebbe trovato in una zona interdetta alla pesca, nella parte iniziale di un canale destinato all’ingresso al porto di Ravenna. Tuttavia il Mika, che è lungo 82 metri ed era carico di materiale, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, non avrebbe fatto nulla per evitare l’impatto con il peschereccio, causandone l’inabissamento. Su quest’ultimo aspetto i pescatori vogliono far sentire la loro voce e per farlo si sono radunati sulla banchina di sbarco del porto di Cesenatico, per sostenere Khaled Khayat, l’imprenditore tunisino di 50 anni comandante del peschereccio, suo mio figlio Rabii, suo fratello Habib che è socio nella barca, suo cognato Mohamed ed il marinaio marocchino Habib El Nabati.

Claudio Cesarini del peschereccio "Vikingo", alza il coperchio: "La solidarietà con l’equipaggio del Lugarain da parte nostra è totale. Nessuno di noi era stato informato di quella ordinanza che vieta la pesca in quel tratto di mare e questo è dimostrato dal fatto che in quella zona hanno sempre pescato, incluso martedì notte, i colleghi di Cesenatico, dei porti di Rimini, Ravenna e Chioggia, che utilizzano lo strascico e le gabbie per catturare il pesce". Un altro marinaio è su tutte le furie: "Se l’equipaggio del cargo avesse aiutato quello del Lugarain, il peschereccio sarebbe stato recuperato e portato in porto". A testimoniare la solidarietà sono arrivati altri comandanti, tra cui Francesco Cinque dello "Zeus", Fraj Khayat del "Zamo", Kamel Mestiri del "Socrate", equipaggi del "Nonno Alì" ed altri motopesca. Un marinaio esperto è stato lapidario: "Tutti sanno che su un cargo come il Mika ci sono tutti i sistemi per vedere un peschereccio grande come il Lugarain, ma evidentemente non sono stati utilizzati".

Giacomo Mascellani