di Luca Ravaglia
C’è una catasta di assi di legno fuori dal Carisport, sul lato del grande parcheggio verso il fiume. Se al Carisport ci sei cresciuto, ci hai vissuto o ti ci sei emozionato, da atleta o da tifoso, non puoi non fermarti a guardare. Sono le assi del parquet sulle quali l’Ahena Cesena all’inizio degli anni Novanta costruì le sue imprese, che la portarono a diventare campione d’Italia e poi d’Europa nel mondo del basket femminile. Sono le assi che hanno fatto la storia cestistica o pallavolistica di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, giovani di oggi e di ieri, che qui ci sono cresciuti, sbucciandosi le ginocchia o perdendo la voce a fare il tifo. Una catasta di assi fuori dal Carisport. I tempi cambiano e le alluvioni non fanno sconti. Dopo l’irruzione delle acque del fiume Savio, ora servirà rifare tutto il parquet e mettere mano a buona parte degli impianti e delle dotazioni della casa per eccellenza dello sport indoor cittadino, inaugurata nel 1985.
"L’acqua ha fatto irruzione già dalla mattina del 16 maggio, prima che il fiume esondasse – il racconto è di Massimo Santarelli, direttore del Carisport per conto del Volley Club, che ha in gestione la struttura di proprietà comunale – è uscita in forza dai chiusini delle docce, allargandosi negli spogliatoi e poi verso il campo. Nel pomeriggio si è poi aggiunta quella uscita dal Savio". Le porte hanno limitato i danni, ma il livello è arrivato comunque a diverse decine di centimetri: troppo per non compromettere l’impianto, a partire ovviamente dal suoi pezzo forte, il parquet, che in queste ore è stato interamente rimosso. "Le criticità sono tante – riprende Santarelli – a partire dalla tribuna modulabile, i cui ingranaggi sono arrugginiti e fino alle dotazioni di cui serve disporre durante spettacoli e concerti, che devono ovviamente avere caratteristiche ignifughe e che ora potrebbero essere da sostituire. Servirà mettere mano all’impianto elettrico e anche al pavimento non di parquet". A decidere dovranno essere gli uffici comunali, che dovranno in ogni caso farlo in fretta. Nel frattmepo il bando, in scadenza, è stato sospeso e servirà ragionare anche su quello. La priorità è ovviamente quella del parquet, ma serve programmare anche il resto. Cosa accadrà a settembre con la ripresa della stagione? Sistemato il campo si potrebbe avere più tempo per rimpiazzare la tribuna, facendo magari accomodare il pubblico nella gradinata pienamente agibile. Ma potrebbe essere anche l’occasione per ripensare a tutti gli impianti, a partire da quello di riscaldamento ed eventualmente di climatizzazione, per allungare la stagione di apertura anche ai mesi più caldi. Il Carisport è ferito, come lo spicchio di città che lo circonda e questo potrebbe essere il momento giusto per mettere a terra il suo rilancio: un impianto rinnovato, per nuove storie da scrivere. Come ai tempi d’oro.