Il cartello di Cesenatico portato in Puglia dalle mareggiate

L'insegna 'Cesenatico bandiera blu' ha percorso quasi 500 chilometri ed è spuntata a Peschici. Il sindaco: “Potremmo siglare un gemellaggio”

Il cartello di Cesenatico portato dalle mareggiate in Puglia, a Peschici

Il cartello di Cesenatico portato dalle mareggiate in Puglia, a Peschici

Cesena, 2 febbraio 2023 - Con le mareggiate, l’acqua porta via tutto quello che trova sulle spiagge colpite dal maltempo. Spesso, però, non si sa dove vadano le cose che il mare inghiotte. Questa volta sì, perché un cartello di Cesenatico bandiera blu è stato ritrovato in Puglia, a Peschici per la precisione. Questo è quello che ha simpaticamente segnalato Matteo Gozzoli, sindaco di Cesenatico. “Le mareggiate e le correnti di questi mesi hanno portato un pezzo di Cesenatico fino a Peschici, in Puglia. Una foto curiosa che ci fa sorridere ma che ci ricorda anche quanto stiano impattando i cambiamenti climatici su questi nostri tempi. P.s.: la foto me l’ha segnalata un amico di Vico del Gargano che mi ha anche proposto un gemellaggio con Peschici”, ha scritto il primo cittadino sui social, condividendo lo scatto che ha dell’incredibile.

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Il maltempo degli scorsi giorni

A fine gennaio la costa romagnola è stata flagellata con fortissime raffiche di vento e conseguenti mareggiate, che si sono abbattute con violenza sulle spiagge di Rimini, Riccione e, appunto, Cesenatico, non risparmiando nemmeno il porto. Il maltempo ha obbligato alla chiusura delle Porte Vinciane, l’imponente meccanismo d’acciaio che sbarra il porto canale impedendo le esondazioni nel centro di Cesenatico, con conseguente allagamento dei ristoranti sul molo di Levante. Sulla spiaggia si sono registrate le maggiori attenzioni, con le dune di sabbia a protezione degli stabilimenti balneari, della attività commerciali e delle abitazioni del lungomare, che sono state in gran parte erose ma hanno retto, ad eccezione dei punti in cui l’erosione è stata  più accentuata, come la prima parte di Valverde di Cesenatico, dove la furia del mare è arrivata  ad allagare i bagni e la duna è stata spazzata via. In quell’occasione è dovuta intervenire la protezione civile per scongiurare ulteriori danni. Gli agenti hanno infatti posizionato 700 sacchi di sabbia e collocarli al fine di impedire l’ingressione marina. In alcune strade le raffiche di vento hanno danneggiato i lampioni della pubblica illuminazione ed il verde pubblico, dove molti rami sono stati spezzati.

'Archeoplastica': il museo virtuale che raccoglie e cataloga la plastica ritrovata sulle spiagge

Il cartello di Cesenatico rinvenuto a Peschici non è l’unico caso curioso di ritrovamenti sulle spiagge italiane. ‘Archeoplastica’ è un progetto avviato dal pugliese Enzo Suma. Suma è il fondatore di ‘Millenari di Puglia’, una realtà dell’alto Salento impegnata nella fruizione, nella valorizzazione del territorio, nell’educazione ambientale e nel volontariato naturalistico. “Dal 2018 sono impegnati attivamente nella sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento da plastica, organizzando giornate di raccolta collettiva durante la quale partecipano decine di persone”, spiega Suma che si definisce un “accanito raccoglitore di plastiche spiaggiate”.

“E’ proprio durante queste raccolte che ho avuto l’idea del progetto supportato dai tanti amici che mi hanno seguito in questi anni – continua -. Sfruttare i tantissimi rifiuti spiaggiati che hanno anche più di cinquant’anni per portare l’osservatore a riflettere da un’altra prospettiva sul problema inquinamento plastica nel mare. Un museo virtuale dove osservare una selezione di reperti arrivati dal mare, acquisendo varie informazioni, e tante mostre, fisiche, reali, dove poter vedere con i propri occhi ciò che il mare ci ha restituito. Archeoplastica prova anche a ricostruire e a raccontare le storie, a volte incredibili, che si celano dietro agli oggetti che, dopo un lungo viaggio, vengono raccolti in spiaggia”, scrive il creatore sul proprio sito web.

Proprio sulla piattaforma è fruibile un vero e proprio museo virtuale, diviso in decenni - dagli anni ‘60 in poi - dove si possono esaminare i ‘reperti archeologici’ di plastica rinvenuti sulle spiagge italiane, dal pallone dei mondiali anni ‘90 ai detersivi con ancora il prezzo in lire inciso sulla confezione.