Il dono al presidente "Il nostro sangiovese con il motto ’Tin bota’"

Consegnato dagli scout che avevano portato la piadina a Ursula von der Leyen. Volontari commossi: "Con il capo dello Stato ci siamo ringraziati l’un l’altro".

Il dono al presidente  "Il nostro sangiovese  con il motto ’Tin bota’"

Il dono al presidente "Il nostro sangiovese con il motto ’Tin bota’"

di Luca Ravaglia

Piadina e sangiovese. La prima consegnata la scorsa settimana in riva al Savio alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, il secondo (superiore ovviamente, che non è che si può rischiare di fare brutte figure), offerto ieri mattina al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’ingresso della scuola elementare Don Milani. Dietro ci sono sempre le stesse mani, quelle di un allegro e volenteroso gruppo di scout cesenati, che hanno accolto entrambe le altissime cariche istituzionali col sorriso sulle labbra.

"Sappiamo cosa significa lavorare duro e non ci tiriamo indietro – a parlare sono Claudia Amaducci, Riccardo Fabbri, Tommaso Landi, Marco Franchini e Leonardo Foschi, tra i protagonisti delle ‘consegne’- ma nel perfetto spirito scout anche nei momenti difficili non perdiamo il buon umore o la voglia di cantare e scherzare. E’ il nostro modo di metterci al servizio della comunità, il nostro messaggio educativo". Hanno certamente colpito nel segno anche ieri, abbinando al vino di casa nostra un gadget molto gettonato dai volontari: il giubbino catarifrangente giallo. Personalizzato, ovviamente. A colpi di nastro adesivo e pennarello: ‘Presidente’ da una parte e ‘Sergio’ dall’altra. E’ per lui, non ci si può sbagliare. E dunque ci sta anche la dedica, sul retro, sempre col solito pennarello: ‘Tin Bota’. "Ci siamo ringraziati a vicenda – continuano – ed è stato un momento davvero molto bello, che ci ha fatto sentire le istituzioni vicine. Vicine a una comunità colpita che vuole rialzarsi in fretta e che in questo trova nuovi stimoli importanti".

Lo stesso spirito è condiviso da Augusta Faedi e Lorenza Buonvino, col giubbilino arancione sotto al gazebo all’ingresso della scuola: pure loro hanno stretto la mano a Mattarella: "Non ce lo aspettavamo – sorridono – è stato un gesto davvero molto bello, che ci ha gratificate. Ovviamente non siamo qui per questo, ma vedere che il nostro impegno viene riconosciuto dalla più alta carica dello Stato è un’ottima iniezione di fiducia. Speriamo che il Presidente nel rendersi conto di persona della situazione nella quale viviamo possa sensibilizzare sul tema dell’emergenza. Siamo dipendenti comunali. I giorni dopo l’alluvione ci siamo messe in ferie per andare a dare una mano col badile, dopo di che abbiamo offerto la nostra disponibilità a operare da qui, a rotazione, per aiutare a coordinare la macchina dei soccorsi. Alla don Milani ogni giorno arrivano centinaia di persone con le esigenze più diverse. Siamo qui per dare una risposta e un sostegno concreto a tutti. Come d’altra parte fa chiunque frequenta questi spazi".