
Il presidente regionale Michele de Pascale ha fatto il punto dei lavori insieme al sindaco Lattuca
di Luca Ravaglia
"Il livello di tensione deve restare alto. Sia perché il lavoro da fare non è certamente ancora finito, sia perché il tempo non può cancellare i ricordi di ciò che è accaduto. Nell’interesse prima di tutto della nostra comunità, che non può permettersi di sottovalutare i rischi". Ieri mattina, il presidente della Regione Michele De Pascale e il sindaco di cesena Enzo Lattuca hanno tracciato un bilancio degli interventi effettuati nei due anni che sono trascorsi dal 16 maggio 2023, quando l’alluvione del Savio mise in ginocchio la nostra comunità.
"Ci sono due tipi di paura - ha commentato De Pascale – uno è legato a quella che ti annichilisce, che non ti fa dormire la notte e che ti segna la vita. In certe zone del territorio colpito dalla calamità, purtroppo almeno in parte è rimasta. L’altra invece è quella che ti spinge a restare sempre vigile. Di quella, abbiamo bisogno. E le dimostrazioni ci sono già: se l’alluvione del 16 maggio di due anni fa non fosse stata preceduta dagli enormi danni verificatisi in regione all’inizio di quel mese, probabilmente gli allarmi sarebbero stati presi più alla leggera e ora saremmo qui a piangere un numero ancora più alto di vittime. Sulla questione non si può semplicemente voltare pagina, eppure già ora è evidente come gli stati d’animo e le valutazioni della comunità siano fortemente diversi tra chi ha subìto due alluvioni e chi una. Non va bene, la guardia deve sempre restare alta". De Pascale, ricordando le origini di suo nonno, che era uno ‘scariolante’ nell’area ravennate, ha poi citato le nuove tecniche dell’edilizia: "Tutto si evolve. Gli intervenienti che stiamo effettuando non sono solo di ricostruzione, ma di miglioramento delle condizioni precedenti. Lavoriamo per rendere sempre più sicuro il nostro territorio e non dobbiamo smettere di farlo. Anche con l’aiuto del Governo. Il percorso di condivisone di questi mesi è importante, come lo è il fatto che sia stato riconosciuto che la Romagna e la zona del Reno hanno fattori di rischio legati alle alluvioni più alti rispetto alla media nazionale. Con questo dato serve fare i conti". De Pascale ha ribadito che verranno realizzate nuove casse di espansione, anche contro eventuali opposizioni.
I lavori fini qui effettuati nel territorio cesenate sono stati realizzati grazie a finanziamenti governativi, per un ammontare complessivo di 15.581.244,56 euro, alle somme derivanti da donazioni di cittadini e imprese (sono 3.384 i versamenti sul conto corrente comunale per complessivi 3.901.357,47 euro) e ai risarcimenti assicurativi. Tutte le risorse assegnate sono state utilizzate, e l’obiettivo della pubblicazione ‘Oltre l’argine’ a cura del Comune di Cesena e di Matilde Studio, presentata ieri mattina in Biblioteca Malatestiana e reperibile dalle prossime settimane online e nelle sedi comunali, è raccontare in che modo questo è stato fatto.
"Sappiamo bene – ha aggiunto Lattuca – che l’opera non è finita. Sappiamo che la gran parte delle nostre colline deve ancora essere sistemata e siamo in attesa dei finanziamenti necessari per poterlo fare. Così come ci sono una serie di opere indifferibili legate all’innalzamento del livello di sicurezza idraulica ed idrogeologica che devono ancora essere progettate e finanziate. Anche il tema del Cesuola è di strategica importanza, nell’ottica della difesa del centro storico".
Sul tema è intervenuta anche la deputata di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri: "De Pascale, in tutta risposta ai comitati degli alluvionati recatisi in Regione a protestare per la mancata messa in sicurezza del territorio romagnolo a distanza di oltre due anni dalla tragica alluvione, ha presentato un piano consistente in ‘tre casse di espansione per salvare la Romagna’. In sostanza, con un’unica azione, ammette ciò che noi diciamo da tempo: nei decenni ininterrotti di Governo della Regione, la sinistra non ha realizzato tutte quelle opere di manutenzione e messa in sicurezza del territorio che lo stesso De Pascale sostiene avrebbero salvato la Romagna. Una chiara e incontrovertibile ammissione di responsabilità".