"Il mio caro amico Mario cresciuto a pane e partito"

Tanti messaggio di cordoglio. Lelli (Pri) rievoca la sua passione civile. L’ex sindaco. Lucchi: "Mi prese in braccio da bimbo". Di Placido: "Frizioni, ma stima immutata"

Migration

Una scia di messaggi affettuosi e riconoscenti per ricordare Mario Guidazzi si è propagata anche ieri, dopo quelli del giorno della sua morte. Il caro amico Renato Lelli (foto a destra), dirigente del partito repubblicano, lo ricorda così: "Cresciuto a pane ed edera, tra l’altro per essere nipote di Cino Macrelli già Ministro della Marina mercantile, ha interpretato la politica sempre come passione civile, legata a valori saldi ma capace di mantenere rapporti di amicizia sinceri e leali anche con esponenti di idee profondamente diverse dalle sue. Proprio per questa sua caratteristica è sempre stato apprezzato dagli alleati così come dagli avversari".

"Il rapporto che mi ha sempre legato a lui - prosegue Lelli – si è consolidato nel momento in cui lui svolgeva il ruolo Vice-Sindaco e io lo affiancavo alla guida del Partito. Formavamo un sodalizio tanto stretto quanto affiatato. I cambiamenti, il modo di fare e di essere della politica degli ultimi tempi lo avevano allontanato e disilluso. Pensava che fosse sempre più difficile trasformare il Paese in linea con quanto sostenuto da Ugo La Malfa".

L’ex sindaco Paolo Lucchi (Pd, foto a sinistra) rievoca con affetto alcuni momenti di condivisione. "Mario ed io abbiamo iniziato a frequentarci quando lui mi prese in braccio per la prima volta, ad occhio nel 1965, ancora non camminavo. Raccontava che accadde perché incrociò mio zio Alberto Grassi, repubblicano storico e mio babbo Marzio, comunista convintissimo, che mi portavano a spasso. E, poiché poi da sindaco mi è toccato spesso di battibeccare con lui,e mi rimbrottava con un ’non dire una patacàta a me, che ti ho tenuto in braccio da piccolo!’ che mi zittiva sedutastante. "Un altro ricordo - prosegue Lucchi: l’editore Roberto Casalini, già assessore e vice sindaco, rievocava alla fine dei consigli comunali degli anni ’80 il telegramma spedito dalla Germania da Mario in ferie, con scritto: ’Cesse per povero Marione, piccolo posto in krosse koalizione?’. Perché Mario, in fondo era proprio questo: passione, valori inattaccabili, ma anche una immensa voglia di divertirsi e di far divertire, che lo rendeva unico".

Luigi Di Placido dei Liberaldemocratici di Cesena: "a nostra lunga militanza nel Partito Repubblicano insieme a Mario è per noi fonte di tanti ricordi per le tante battaglie politiche che abbiamo condotto insieme. È stato uno dei simboli dei repubblicani, non solo a Cesena, e il suo nome può essere associato a quella cultura alla quale anche noi apparteniamo. Le differenza politiche tra noi, che hanno segnato questi ultimi anni, – prosegue Di Placido –non cancellano nulla della stima e dell’affetto che abbiamo sempre provato per Mario Di lui vogliamo ricordare la grande cultura che impregnava tutti i suoi discorsi; il carattere focoso ma gentile, sempre pronto alla battuta; il coraggio delle scelte e la lucidità di analisi".

Lorenzo Plumari, segretario Pd Cesena: "Con la scomparsa di Mario Guiduzzi perdiamo un pezzo di storia della nostra città". Patrizia Ricci, di Fratelli d’Italia: "Un leader dal cuore grande, di grande spessore politico. Almeno un passo avanti agli altri". Jacopo Morrone, segretario Lega Romagna: "Un grande repubblicano e un amministratore capace e di lunga esperienza". Confartigianato Cesena: "Amministratore profondo conoscitore della macchina pubblica, Guidazzi si è adoperato per cercare di snellirla dagli eccessivi gravami burocratici ed ha mostrato capacità di analisi e un approccio orientato allo sviluppo e alla crescita della città e del territorio".