Il profugo dimenticato "Da mesi senza permesso"

Sasha, 41 anni, è arrivato dall’Ucraina a gennaio ed ha già trovato lavoro ma non può essere assunto perché non gli vengono rilasciati i documenti.

Il profugo dimenticato  "Da mesi senza permesso"

Il profugo dimenticato "Da mesi senza permesso".

di Paolo Morelli

Questa è una storia di ordinaria burocrazia che fa a cazzotti con la definizione di ‘paese accogliente’ dell’Italia. E’ la storia di Oleksandr, che tutti chiamano Sasha, un ucraino di 41 anni arrivato a Cesena tre mesi fa, il 6 gennaio, sapendo di poter contare sull’aiuto di Irina, un’ucraina che vive in Italia da vent’anni e non si tira indietro quando qualche connazionale le chiede una mano. Sasha viveva a Odessa, non poteva essere arruolato nell’esercito per andare in guerra come tanti suoi coetanei perché ha subito due interventi chirurgici alla schiena che ne limitano i movimenti. Però riusciva a lavorare, aveva un’officina meccanica che ha venduto a poco prezzo ed è partito in pullman impegnando quasi tutti i soldi incassati per le pratiche burocratiche e il viaggio (oltre mille euro) durato due giorni. A Cesena lo ha preso in carico la Caritas che gli ha trovato un alloggio prima nel convento dei cappuccini, poi in un dormitorio e ora, di nuovo, dai cappuccini.

Sasha ha voglia di lavorare, vuole guadagnare soldi da mandare alla famiglia che è rimasta in Ukraina (madre, un fratello e una sorella); ha chiesto il permesso di soggiorno come profugo, ma sembra che gli verrà rilasciato solo fra un paio di mesi. Nel frattempo non potrà avere un regolare contratto di lavoro, per cui si sta adattando a fare un po’ di apprendistato in qualche officina meccanica dove viene ospitato qualche ora al giorno. Sta cercando soprattutto per imparare un po’ la lingua italiana e impratichirsi con le attrezzature e i metodi di lavoro italiani. Per comunicare nella nostra lingua utilizza un’app del telefonino che traduce simultaneamente in modo abbastanza corretto.

Sasha, perché ha lasciato l’Ucraina?

"Perché c’è la guerra, è terribile. Tutti dicevano che sarebbe durata poco, invece chissà quanto tempo andrà avanti. E’ sempre più difficile lavorare, mangiare, spostarsi, fare qualunque cosa".

Perché ha deciso di venire proprio a Cesena?

"Perché sapevo di poter contare sull’aiuto di Irina che è sorella di una mia amica che vive in Ucraina".

Come si trova?

"Ci sono molte cose difficili, ma ho trovato tante persone che mi aiutano, voglio ringraziare tutti, soprattutto i padri cappuccini che mi ospitano".

Chi spera che vinca la guerra, Russia o Ucraina?

"Io sono ucraino, ma soprattutto vorrei che la guerra finisse al più presto e tornasse la pace".