ANDREA ALESSANDRINI
Cronaca

Il progetto dimenticato. Recupero della cinta muraria, lavori mai messi in agenda

Di quatttro anni fa lo studio di fattibilità sviluppato con la Fondazione Cassa di Risparmio. I fondi non ci sono, ma si può procedere per stralci. Vaienti: "Prima o poi crollerà tutto".

Di quatttro anni fa lo studio di fattibilità sviluppato con la Fondazione Cassa di Risparmio. I fondi non ci sono, ma si può procedere per stralci. Vaienti: "Prima o poi crollerà tutto".

Di quatttro anni fa lo studio di fattibilità sviluppato con la Fondazione Cassa di Risparmio. I fondi non ci sono, ma si può procedere per stralci. Vaienti: "Prima o poi crollerà tutto".

Ci sarebbe voluta la manna dal cielo del Pnrr, dispensatore di fondi milionari, per rispondere alle esigenze del progetto di recupero complessivo della cinta muraria di Cesena che abbisogna di venti milioni a star stretti. Il perimetro delle mura è lungo grosso modo 3.500 metri. Sono in accettabili condizioni nel tratto lungo viale Carducci e via Gaspare Finali, mentre versano in uno stato di più o meno grave incuria e degrado in altre zone, come via Padre Vicinio da Sarsina o dei giardini Serravalle. Tutto sarebbe pronto per procedere con le migliorie, a livello di studi preliminari, ma mancano i soldi ed è impensabile che il Comune di Cesena possa inserire una spesa di quella portata nel piano degli investimenti. La prospettiva sarebbe tuttavia meno chimerica se il recupero delle mura assurgesse a priorità politica – come non pochi hanno chiesto in questi anni – procedendo per stralci. D’altronde all’orizzonte non si affacciano mecenati, né esistono a Cesena enti o Fondazioni attrezzate a tal punto da adottare il progetto. L’unica speranza di intercettare ingenti finanziamenti, se si proporranno, sarebbero eventuali bandi europei o nazionali. Nel 2021 il sindaco Enzo Lattuca e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena Roberto Graziani hanno siglato un protocollo d’intesa per individuare insieme le modalità necessarie per lo sviluppo della progettazione. Vi ha fatto seguito l’incarico affidato dalla Fondazione agli architetti Pino Montalti e Sanzio Castagnoli di elaborare uno studio di fattibilità per il recupero dell’intero sistema della cinta compresi gli edifici di Porta Fiume, dell’ex Lazzaretto, della Rocca Vecchia e della Rocca Nuova. Nello stesso anno la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena insieme alla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì ha pubblicato il volume ’Ad munitionis firmamentum’, dedicato ai sistemi difensivi e alle cinte murarie di Cesena, Forlimpopoli e Forlì. Il tema solleva l’interesse dell’opinione pubblica.

Nei quattro anni successivi non sono intercorsi altri step. Insomma: la teoria abbonda, ma manca la pratica e così la rigenerazione della cinta muraria giace in un limbo che pare l’anticamera dell’oblio. L’architetto Montalti, massimo esperto della cinta muraria cesenate, in passato ha proposto di realizzare una ventina di interventi mettendoli a bilancio, anno dopo anno, in modo da rendere fattibile, la realizzazione dell’intervento. Nel corso degli anni tante voci cittadine del mondo della cultura e dell’arte si sono levate per perorare la causa dell’avvio dei lavori sulla cinta muraria. Fra queste quella di Daniele Vaienti, presidente dell’università della Terza età: "Un paio di anni fa sono intervenuto per cercare di sventare la manovra di vendita, per me svendita, all’asta dell’ex Lazzaretto, di cui non si vedeva un possibile utilizzo pubblico, ma in realtà non è così. Fortunatamente non è andata in porto. Sull’intero giro delle mura in larga parte illeggibili e impraticabili e sulle emergenze più importanti, come oltre all’ex Lazzaretto, la Porta Fiume, la Portaccia, esiste un progetto degli architetti Montalti e Castagnoli, ma purtroppo, come spesso accade di fronte all’imponenza dei problemi, spaventati da essa, non si parte. Ma se non si rompe l’impasse non si farà mai nulla e prima o poi crollerà tutto".