"Il Tour 2024 a Cesenatico grande omaggio al Pirata"

Manca solo l’ufficialità. Tre tappe italiane della corsa francese, una partirà dal monumento dedicato a Pantani. Il sindaco Gozzoli: "Ideale riconciliazione"

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di Maddalena De Franchis

Da settimane si rincorrono le voci di una possibile partenza dall’Italia – in particolare, da Toscana ed Emilia-Romagna – del Tour de France 2024. Se i vertici della Regione restano abbottonati, negli ultimi giorni è stato lo stesso direttore della corsa transalpina, Christian Prudhomme, a dichiarare che il via dall’Italia sarebbe un omaggio ‘alla culla del ciclismo mondiale, a una terra di bellezze straordinarie’.

Nel percorso disegnato dagli operatori - orchestrati dal direttore di Apt Emilia-Romagna, Davide Cassani, e dal sindaco di Firenze, Dario Nardella – le tappe tricolori sarebbero tre: sabato 29 giugno, Firenze-Rimini; domenica 30 giugno, Cesenatico-Bologna, con partenza dal lungomare, davanti al monumento dedicato a Marco Pantani; lunedì 1° luglio, Modena-Piacenza. Uno spot turistico imperdibile per le località romagnole che vedranno passare la Grande Boucle, uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo. "Attendiamo con ansia ed emozione l’ufficialità della notizia", è il commento del sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli, che si sofferma sul valore simbolico della seconda tappa. Un’ideale riconciliazione con Marco Pantani che fu l’ultimo, nel 1998, a realizzare l’accoppiata Giro d’Italia-Tour. Il Pirata non è l’unico figlio della nostra terra ad aver partecipato con onore al Tour: "C’è stato anche Mario Vicini, nato a Martorano di Cesena nel 1913", ricorda il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca. "All’edizione 1937 si piazzò secondo: la sua è una delle storie che vogliamo raccontare in occasione del passaggio del Tour". Dopo il successo della tappa cesenate del Giro d’Italia donne, lo scorso 4 luglio, il sindaco spera che la città sia tra le protagoniste, oltre che del Tour, delle prossime edizioni della ‘corsa rosa’ maschile.

"I grandi eventi sportivi – dichiara Lattuca – "hanno il merito di far luce su un movimento che vive tutto l’anno: il cicloturismo, volano di sviluppo notevole per il territorio. Esiste un’economia della bicicletta, fiorente e misurabile anche in termini di miglioramento della qualità della vita per l’intera popolazione".

Curiosità ed entusiasmo condivisi da un veterano del tour come Andrea Agostini, presidente della Granfondo Nove Colli e dirigente del team Uae Emirates, nella cui rosa di campioni spicca il gigantesco Tadej Pogacar, vincitore del Tour nel 2020 e 2021 e da molti ritenuto l’erede di Pantani. "Lavoro al Tour dal 1999 e ogni anno torno con la stessa impressione: non è solo un evento sportivo, ma una vera e propria macchina da guerra", confida. "Le tappe italiane sono un’occasione preziosa: starà a noi unire le forze sul territorio per raccogliere la sfida nel modo migliore". La cesenate Silvia Livoni, esperta di marketing territoriale e anima della ciclovia della Valle del Savio (percorso che si è aggiudicato l’Oscar del cicloturismo 2022) parla appunto di ‘ghiotta opportunità, ma anche di enorme responsabilità’: "Occorrerà sedersi a un tavolo e lavorare assieme per offrire, già da un anno prima, pacchetti ed eventi collaterali ai visitatori, affinché pregustino l’attesa del Tour".