Il video porno vale 6 mesi Patteggiamento in tribunale

Un uomo di 37 anni ha filmato un rapporto intimo con l’ex compagna con la quale ha una relazione burrascosa e lo ha inviato alla figlia minorenne di lei.

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Si arricchisce di sempre nuovi capitoli giudiziari in ambito familiare e affettivo la storia di Stefano Perrone, cesenate di 37 anni, che nel giro di un paio d’anni ha dovuto affrontare ben cinque processi, tutti relativi al burrascoso rapporto con l’ex compagna. Si tratta di vicende iniziate nel settembre 2020. Fino a ieri la sua fedina penale era stata sporcata solo da una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione nel maggio 2021 per il reato di violenza privata compiuta nei confronti dell’ex compagna: l’avrebbe bloccata un paio di volte con la sua auto mentre camminava a piedi lungo la strada impedendole di proseguire il cammino, e l’avrebbe costretta a rimanere fuori di casa danneggiando la serratura della porta d’ingresso; questa condanna non è ancora passata in giudicato poiché l’imputato, assistito dall’avvocato Beatrice Baratelli dello studio Fabbri di Cesena, ha propposto appello e il processo di secondo grado non è ancora stato fissato. Altri tre processi si sono conclusi con altrettante assoluzioni.

Ieri, però, c’è stata un’altra condanna davanti al giudice dell’udienza preliminare Ilaria Rosati con un patteggiamento legato a un episodio di revenge porn, cioè di diffusione di materiale video di tipo pornografico all’insaputa della compagna che aveva filmato durante un rapporto sessuale. Per lo stesso reato Stefano Perrone era già stato assolto in uno dei precedenti processi, ma stavolta c’era l’aggravante che il video era stato inviato alla figlia minorenne della compagna. Il suo avvocato difensore, Beatrice Baratelli, ha proposto al Gup di patteggiare una pena di sei mesi e venti giorni di reclusione, oltre a 2.600 euro di multa, pena coperta dalla sospensione condizionale. La proposta è stata accolta dal Gup con il consenso del pubblico ministero. In sostanza Stefano Perrone, nonostante che due dei cinque processi ai quali è stato sottoposto si siano conclusi con una condanna, non è ancora finito in carcere.

pa.mo.