‘Inferno’ di Castellucci migliore spettacolo del secolo per Le Temps

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‘Inferno’ di Romeo Castellucci (foto) si è laureato migliore opera nell’iniziativa ‘20 spettacoli per il 21° secolo’ del quotidiano svizzero in lingua francese Le Temps. Una giuria di 45 intellettuali, tra critici, accademici, drammaturghi e operatori sono stati chiamati a stabilire ognuno il proprio pantheon e con 33 preferenze è stato scelto l’artista cesenate, cofondatore e regista di Societas, che ha primeggiato tra spettacoli di Milo Rau, Wajdi Mouawad, Thomas Ostermeier, Christoph Marthaler, tra gli altri.

Rappresentato per la prima volta nel 2008 al Festival di Avignone, Inferno è una grande partitura corale che apre una riflessione sul ruolo dell’artista e dello spettatore, e sul teatro come luogo in cui si gioca la lotta tra la vita e la morte. Al lavoro di Castellucci – parte di una trilogia liberamente ispirata alla Divina Commedia di Dante Alighieri – era andato anche il riconoscimento per il Migliore spettacolo teatrale dei primi dieci anni del secolo, da parte di Le Monde nel 2012.

"La Divina Commedia è un libro perfettamente irrappresentabile – afferma Il regista in un’intervista contenuta nel libretto del Dvd realizzato da Arte Editions –. Quando una cosa è irrappresentabile è necessaria allo stesso tempo. Dante ha dovuto immaginare l’immaginario. Nella sua epoca Dio era irrappresentabile. Il problema della irrappresentabilità scatena l’immaginazione. La grande invenzione di Dante è porsi nel mezzo della rappresentazione (pensiamo alla frase ‘nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura’). Vedere e essere visti. La Divina Commedia è una macchina visiva esistenziale".