"L’odissea dei miei autisti in Inghilterra"

L’autotrasportore cesenate Fagioli: "Ho quattro camion fermi nel Kent da tre giorni, per il blocco della Francia a causa della variante Covid"

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di Andrea Alessandrini

Oltre a quello della pandemia – e sarebbe più che sufficiente – anche per alcuni autotrasporatori cesenati, incolonnati tra migliaia di Tir davanti e dietro, questo rischia di diventare pure il Natale dei mezzi bloccati nel Regno Unito, con gli autisti al gelo fermi da giorni dentro il cabinotto. La variante covid, miscelata con il nuovo (dis)ordine della Brexit sta sortendo un cocktail micidiale, di cui sono vittime frotte di camionisti in viaggio da e verso la Gran Bretagna, bloccati senza la possibilità di entrare né di uscire dal Regno Unito, con i punti più critici nell’Eurotunnel di Calais e agli imbarchi di Dover, ma con code chilometriche di mezzi sulla via del ritorno anche nei pressi delle contee britanniche del Sud. Alla ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture De Micheli è pervenuto l’appello di intervenire presso le autorità francesi ed europee per trovare una soluzione che consenta agli autotrasportatori italiani di tornare presto a casa. Per coloro che si trovano in Inghilterra, l’operazione è ancora più complessa, perché non risolvibile in ambito comunitario. Il cesenate Giuseppe Fagioli, 74 anni, titolare della omonima ditta di Trasporti Internazionale, fondata nel 1972, ha quattro mezzi bloccati in Gran Bretagna e per tutta la giornata di ieri è stato in contatto febbrile con i suoi malcapitati autisti.

Fagioli, ci spiega la situazione?

"Ci provo. Ho quattro mezzi che hanno trasportato nel Regno Unito piantine di fragole, formaggi e altri prodotti. Due hanno fatto il carico di carne peri l ritorno, gli altri due procedono vuoti perché debbono fermarsi a caricare merce in Belgio e in Olanda. Tutti e quattro sono bloccati da lunedì nel Kent, a nord di Canterbury. La Francia ha bloccato l’ingresso dei camion a partire da domenica scorsa in attesa di valutare il nuovo ceppo del Covid-19, ma secondo me il problema vero è la Brexit. Nel pomeriggio di oggi i miei autisti hanno saputo di doversi dirigere a un’ aeroporto militare a venticinque miglia da Dover dove verranno fatti i tamponi. I negativi potranno muoversi, gli altri no".

Che cosa dicono i suoi autisti?

"Sono stremati: è il terzo giorno che stanno nel cabinotto, anche di notte, perché non hanno viveri e nessuno è passato a distribuire alcunché. Ci trattano come animali, mi dicono. Hanno freddo, fame e sete e fra due giorni è Natale".

Quando arriveranno all’aeroporto militare?

"Ha visto le colonne di camion in tv? Io spero prima possibile e che siano a casa per Natale ma è durale".

Chi può fare qualcosa?

"Chi ci governa si muova"

Come ha rincuorato gli autisti?

"Ho guidato i camion per una vita anche io. Negli anni ’80 stetti tre giorni nel cabinotto sotto la neve per un blocco deciso dall’Austria, so cosa si prova. Ho detto ai ragazzi, tre italiani e un ucraino, di resistere. Per me è un danno grosso: gli autisti fermi là mi costano 250 euro al giorno. Chi me li restituirà?".